I tre manufatti abusivi realizzati sul terreno di comproprietà di Antonio Di Maio, padre del vicepremier Luigi, a Mariglianella non ci sono più. Sono stati abbattuti...
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Il padre del vicepremier ha provveduto così a proprie spese all'abbattimento dei manufatti. Gli abusi erano stati scoperti dai vigili urbani di Mariglianella lo scorso 29 novembre: quattro le strutture ritenute in un primo momento abusive. Con i manufatti, i vigili avevano segnalato alla Procura di Nola anche la presenza di scarti edili su tre piazzole poste sotto sequestro. Nei termini di legge Antonio Di Maio aveva presentato le proprie controdeduzioni, che però non erano state del tutto accettate dall'ufficio tecnico che aveva appurato come uno solo degli iniziali quattro manufatti ritenuti abusivi fosse stato realizzato prima del 1967, quando è entrata in vigore la legge sull'edilizia. Nelle controdeduzioni, inoltre, il padre del ministro al Lavoro aveva ammesso l'abuso edilizio di quella che un tempo era una stalla poi resa abitabile.
A gennaio dal Comune arriva l'ordinanza di abbattimento, che dava ai proprietari 90 giorni di tempo per ottemperare al provvedimento. I proprietari avrebbero potuto presentare ricorso dinanzi al Tar, ma nei giorni scorsi Antonio Di Maio ha provveduto all'abbattimento degli abusi, sanando la situazione, e portando al Comune la documentazione relativa all'inizio ed alla fine degli abbattimenti, terminati il 3 aprile scorso. Oggi, dove fino a qualche giorno fa sorgevano i capannoni, si nota il terreno spianato dalle ruspe, e alcune aree ancora circondate dal nastro bianco e rosso del sequestro di novembre, dove è ancora visibile qualche cumulo degli scarti edili da portare via. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino