«Ridateci il pianoforte alla stazione di Napoli»

Marco Bruno
Napoli. «Rivogliamo il pianoforte alla stazione di piazza Garibaldi». È il grido di napoletani e turisti che non si rassegnano all'idea che lo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Napoli. «Rivogliamo il pianoforte alla stazione di piazza Garibaldi». È il grido di napoletani e turisti che non si rassegnano all'idea che lo strumento musicale attraverso cui chiunque poteva esprimersi nell'attesa dell'arrivo di un treno ora non c'è più. Nell'area all'ingresso della stazione centrale di Napoli, poco distante dal tabellone di arrivi e partenze, accanto alle scale per raggiungere Metro e Circumvesuviana, c'è il vuoto. Un'assenza che pesa su chi era abituato ad ascoltare le piacevoli note musicali tra il dominante frastuono della stazione. «Quelle melodie facevano compagnia anche a noi tassisti» afferma Giuseppe Ramaschiello, a pochi passi dall'uscita della stazione, accanto alla sua vettura nell'attesa dei clienti. «Costituiva anche una bella attrazione per il turisti - continua - Speriamo che lo mettano nuovamente».


A volerlo, non solo i napoletani. «Sono di Avellino e spesso per lavoro vengo a Napoli - racconta Marco Bruno - Scendere dal treno e non vedere il pianoforte, oggi, per me è stata un'amara sorpresa. Alle volte anche io mi sono fermato a suonarlo. Spero lo sostituiscano presto. Anche una tastiera andrebbe bene». 

Motivo della rimozione è legato al rischio attentati. Giorni fa sono state viste aggirarsi attorno allo strumento persone sospette. Da qui l'ipotesi e la paura di una borsa o sacco depositato nel pianoforte. Gli artificieri hanno dovuto «aprire» lo strumento che, quindi, non può essere più usato, almeno per il momento. Ora il piano si trova presso la ditta che ne è proprietaria, nell'attesa di essere riparato. «Era un luogo dove le persone potevano accomodarsi esprimendo la propria essenza attraverso la musica - afferma un 40enne originario di Roma - e non condivido questa scelta.Oltretutto penso ci siano tanti modi per garantire la sicurezza. Smembrare un pianoforte per la paura degli attentati mi sembra assurdo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino