Il quartiere vuole adottare, raccolta firme per Sole e Sami

Il quartiere vuole adottare, raccolta firme per Sole e Sami
Il quartiere vorrebbe adottarle ma per Sole e Sami non c'è ancora il lieto fine. La storia che ha appassionato e mobilitato i residenti di Rione Alto, riguarda due...

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Il quartiere vorrebbe adottarle ma per Sole e Sami non c'è ancora il lieto fine. La storia che ha appassionato e mobilitato i residenti di Rione Alto, riguarda due cagnoline che da anni vivono in strada nella zona collinare. Le sorelline di taglia media e dal pelo scuro, microchippate e sterilizzate, sono diventate le mascotte di negozianti e abitanti che se ne prendono cura a turno.


Entrambi gli esemplari di razza mista  hanno un carattere docile e affettuoso e sono benvolute nel quartiere che da oltre 6 anni le accudisce con iniziative ad opera di privati e di comitati della zona. Qualcosa però è accaduto e negli ultimi mesi più di una volta gli operatori che procedono per conto dell'Asl veterinaria, hanno cercato di prelevare le cagnette, senza riuscirci e scatenando la ribellione dei cittadini.

Qualche giorno fa, una 65enne residente a Rione Alto ha cercato di impedire fisicamente il prelievo della cagnolina facendola scappare ed è stata fatta una raccolta firme per far valere la normativa che consente ai randagi di integrarsi nei quartieri come appunto "cani del Sindaco". Dunque il quartiere si ribella e i cittadini spiegano che «le cagnoline sono buonissime e non potrebbero resistere divise l'una dall'altra in un canile» ma effettivamente un problema esiste.

A quanto pare, negli ultimi mesi, le cagnette hanno più volte sostato all'interno dell'ospedale Pascale e la loro presenza è stata segnalata all'Asl competente. Sulla questione fa chiarezza Vincenzo Caputo della dirigenza dell'Asl veterinaria che sottolinea come «la presenza di randagi non sia compatibile con alcun luogo e presidio sanitario, così come previsto dalle normative vigenti in materia». 

«A seguito di segnalazioni è stata rilevata la presenza delle cagnette nel Pascale sia vicino alle cucine che nelle aree dei pazienti immunodepressi e, in ogni caso, i cani non possono stare in luoghi deputati all'assistenza sanitaria- spiega Caputo - sia ben chiaro che noi da 25 anni pratichiamo l'inserimento degli animali nel territorio dove risultano integrati e intendiamo tutelare i cani ma allo stesso tempo.dobbiamo rispettare la legge e tutelare l'utenza ospedaliera». Secondo i cittadini la presenza dei cani nei cortili del Pascale sarebbe sporadica e molti temono che dopo il prelievo, seppure con la collaborazione delle associazioni in sinergia con l'Asl, che cagnette potrebbero ritrovarsi divise o in ambienti per loro inadeguati, soprattutto sono in tanti a voler sapere che fine faranno e addirittura il quartiere è tappezzato di volantini con le foto di Sole e Sami. 

«Ho scritto una domanda conoscitiva all'Asl per essere informata sull'esistenza o meno di una valutazione di aggressività dei cani che deve effettuare un veterinario o istruttore cinofilo - dichiara Stella Cervasio, Garante dei Animali - certamente la loro presenza in ospedale non può essere consentita ma in questa situazione vanno tutelati i diritti di tutti, dunque degli ammalati e poi dei cani di quartiere facendo attenzione a chi si occupa di volontariato e associazioni».


Il passaparola tra gli abitanti è ormai all'ordine del giorno e ci sono alcuni commercianti della zona vicino al Pascale che si sono accordati per non far entrare i cani in ospedale e scongiurare la loro cattura ma forse il lieto fine c è. «Siamo disposti a concordare delle soluzioni col quartiere a una precisa condizione: i cani non devono assolutamente entrare nel Pascale» ha concluso Caputo. 
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Il Mattino