«Un altro tassello con cui si chiude un’odissea iniziata nel 1990 e grazie allo straordinario lavoro di indagine del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale del Comando dei...
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IN MOSTRA
Maioliche, porcellane, armi, armature, monete e medaglie, dipinti e sculture dal XVI al XIX secolo, pastori del XVIII e XIX secolo, una ricca biblioteca e un archivio storico con documenti dal XIII al XIX secolo. E poi la quadreria che, oltre a raccogliere dipinti di diverse scuole pittoriche custodisce capolavori del ‘600 napoletano (Jusepe de Ribera, Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Battistello Caracciolo e Mattia Preti).
LA REAZIONE
«Sono più che contento - rimarca Jorio, alla guida di due prestigiose istituzioni culturali come il Museo del Tesoro di San Gennaro che dirige dal 2003 e il Filangieri per il quale è stato designato lo scorso gennaio - perché prosegue la rinascita di una struttura che si mira a far diventare di respiro internazionale. Non più solo museo, ma polo culturale polivalente con arte, musica, congressi ed eventi. Non possiamo più essere solo un museo per i visitatori che arrivano da ogni parte del mondo». Visitatori che, a sette mesi dalla nuova direzione, hanno superato quota 3mila.
I NUMERI
«Mi hanno mostrato i dati e le presenze da gennaio ad agosto sono le stesse raggiunte nell’intero 2017». La grande novità del Filangieri - in vista delle celebrazioni per i 130 anni - sarà un format per visite speciali, «con percorsi teatralizzati e un focus sugli artisti», dice Jorio. Un museo rinnovato, dove da domani (alle 10.30 presentazione con Jorio e il comandante del Nucleo Beni culturali dei carabinieri Gianfranco Brasili) saranno esposte al pubblico le opere trafugate.
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Il Mattino