App Immuni: in 8 giorni, tra 15 e 23 giugno, i download sono aumentati da 2,5 a «3,6 milioni», secondo i dati dell'ufficio del ministro per l'Innovazione e...
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L'immagine della città vuota del lockdown appartiene ormai al passato. La gente è tornata a uscire, spendere e lavorare tra Decumani, piazza Dante, via Toledo e il Plebiscito. E non mancano neppure i turisti, in maggioranza italiani: non sono in gran numero come prima, ma ci sono. Napoletani e non: quasi tutti conoscono Immuni, ma in quanti l'hanno scaricata? «Io sì - sorride Giuseppina Fusco, seduta al tavolo di un bar in piazza Dante - Anche se per farlo ho dovuto combattere tutte le resistenze di parenti e amici che mi avevano consigliato di non installarla. Come mai? La paura principale del download consiste nella violazione della privacy e nel timore di un uso distorto di questi dati. In una settimana, da quando Google News mi informò della app e decisi di scaricarla, non ho ricevuto nessuna notifica, ma non sono in ansia per questo: scaricando Immuni l'ho messo in conto». Nella comitiva della Fusco sono in sei, e tra loro si conta un altro utente.
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La app, scaricata da una settimana, dà notifiche anche in caso di «non rilevamento di rischi». Provare per credere. Alcuni potenziali utenti sono in fase di valutazione, e aspettano il boom di Immuni per eseguire il download. Ma c'è anche chi vorrebbe installarla e non ci riesce: «Ho un cellulare di 7 anni fa, marca Huawei - racconta l'infermiere Luigi Del Prete, che pranza da Mattozzi - e non mi permette il download. Dovrei cambiare telefono». «Io ce l'ho invece - interviene Biagio Biondino seduto allo stesso tavolo - Potenzialmente ci permette di vivere in maniera più controllata. Perché la app funzioni bisogna avere fiducia nelle persone: chi la scarica si suppone dotato di sufficiente senso civico da comunicare poi il suo codice all'operatore sanitario». Il titolare del locale, Paolo Surace, ascolta il dialogo e si convince a fare il download: «Così difenderemo noi stessi e i nostri clienti - dice - Qui arrivano tanti turisti dal Nord. Ci siamo ripresi dall'incubo, ma incassiamo il 35% in meno rispetto a prima del virus, e dare sicurezze è importante. Escluso il calo dei turisti, le persone hanno ancora paura del contagio al ristorante».
Bagno di folla in via Toledo, nonostante il sole e il caldo. In tanti indossano ancora le mascherine e siedono ai tavoli dei bar. Tra loro c'è Bruno Esposito, con tre minorenni al seguito: «Immuni? Non la scaricherò - avverte - mi sembra che ci sia poca chiarezza sul funzionamento e sulla quarantena in caso di esposizione al rischio. Poi il tampone me lo fanno subito o mi mettono solo in isolamento?». A questo si aggiunge un altro fattore: la voglia di riprendere la vita quotidiana è tanta, al contrario di quella di sentir parlare ancora di Covid e contagi. Così, in piazza del Plebiscito si incrocia una famiglia di turisti dall'accento lombardo: moglie, marito, tre figli, macchine fotografiche al collo e zainetti in spalla: «Veniamo da Milano - dice lei garbata - Siamo qui a Napoli solo di passaggio, e no, non abbiamo scaricato Immuni».
Dall'ufficio del ministro per l'Innovazione Pisani sottolineano i passi in avanti fatti dalla app in meno di dieci giorni dal debutto su scala nazionale (dopo la fase di sperimentazione delle settimane precedenti in Liguria, Abruzzo, Marche e Puglia) ed evidenziano «l'importanza di Immuni per una regione a densità abitativa elevata come la Campania. Un dato territoriale non c'è, però, perché la app non geolocalizza i contatti. Sono le Asl delle Regioni a gestire le segnalazioni. La campagna di comunicazione di Immuni entrerà nel vivo nei prossimi giorni. Le Asl effettueranno il tampone in caso di notifica positiva. Sono 10.500 i modelli di smartphone compatibili con Immuni, la cui tecnologia è sofisticata per motivi di privacy», ma può capitare che il download sia impossibile o che sia richiesto un aggiornamento di sistema. Sono le Asl - come specificano dall'ufficio della Pisani - a gestire le segnalazioni e le notifiche dei codici eventualmente a rischio Covid. «In Campania per ora siamo a zero segnalazioni derivati dalla App Immuni - spiegano da Palazzo Santa Lucia - I dati, prima di essere smistati, sono raccolti a Roma dalla Protezione civile». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino