La Commissione speciale sulle società partecipate istituita dalla Regione Campania, che ha operato tra fine 2015 e inizi 2018, fu un «inutile doppione» costato...
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Una inutilità segnalata da una dirigente dell'Ufficio legislativo della Giunta regionale della Campania la quale aveva anche evidenziato l'esistenza di numerosi apparati impegnati in materia di società partecipate. A dare il via alle indagini dei carabinieri del comando provinciale di Napoli fu una segnalazione presentata il 31 maggio 2017 dal gruppo consiliare regionale del Movimento 5 Stelle che ritenevano la commissione «illegittima e dannosa sotto molteplici profili». Ciononostante la costituzione della Commissione di inchiesta sulle società partecipate, consorzi ed enti strumentali dipendenti dalla Regione Campania è stata approvata a maggioranza il 9 dicembre del 2015 con 26 consiglieri favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti.
L'insediamento e la costituzione, invece, avvennero nel corso della seduta consiliare del successivo 19 gennaio: in quell'occasione fu eletto presidente Luciano Passariello (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale), consigliere con funzioni di vice presidente Gianluca Daniele (Pd) e Monica Paolino (Forza Italia) fu eletta consigliere con funzioni di segretario. Le richieste di proroga vennero approvate per altre tre volte (il 29 dicembre 2016, l'11 luglio 2017 e il 30 gennaio del 2018) e la commissione rimase in funzione fino al 19 marzo 2018, dopo avere preso in analisi complessivamente le situazioni gestionali di una dozzina di enti orbitanti nella cosiddetta «galassia regionale».
I risultati vennero riportati brevemente in una ventina di pagine di relazione finale consegnate il 20 marzo 2018.
«Per due anni abbiamo denunciato puntualmente l'illegittimità delle proroghe concesse per i lavori, rivelatisi tra l'altro inconcludenti, della Commissione d'inchiesta sulle società partecipate della Regione Campania. Abbiamo presentato ben due esposti, grazie ai quali oggi la Corte dei Conti ha aperto un'indagine per danno erariale, notificando avvisi a dedurre per 34 consiglieri regionali», dichiarano Valeria Ciarambino e Maria Muscarà, consiglieri regionali campani del Movimento 5 Stelle.
«Siamo curiosi di sapere quale sarà la posizione, di fronte ai magistrati contabili, del governatore De Luca, della presidente D'Amelio, di Caldoro, Marciano, Cesaro e del paladino della legalità Francesco Emilio Borrelli. Come Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale - aggiungono Muscarà e Ciarambino - siamo stati gli unici a esprimere voto contrario alle richieste di proroga, richiamando il combinato Statuto e Regolamento che vieta le proroghe e anzi stabilisce, con l'articolo 44 comma 4, che i lavori non superino i 6 mesi. In questo caso sono state chieste e ottenute ben tre proroghe».
Secondo Muscarà e Ciarambino «il dato paradossale è che, nonostante due anni, tre proroghe illegittime e ulteriori 60 giorni non previsti dallo statuto regionale, è stato a tal punto inconcludente il lavoro della Commissione, che all'esito dei lavori il presidente Passariello si è addirittura vergognato di leggere la relazione in aula, limitandosi a inviarla via mail. L'unico risultato ottenuto, come conferma l'indagine della magistratura contabile, è quello di aver sperperato impropriamente il denaro pubblico, ben 300mila euro tra ufficio di presidenza e spese per il personale assegnato di supporto», concludono. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino