Disse che ci avrebbe pensato lui, che avrebbe risolto il problema: lo smartphone smarrito irrimediabilmente tra gli scogli di Mergellina? Nessun problema. C'è un modo...
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Ed è in questo scenario, puntualmente ricostruito grazie alle intercettazioni oggi depositate agli atti (quelle con il trojan), che il magistrato decide di mettere tutti i tasselli al punto giusto, almeno secondo il suo punto di vista. Ed è così che si rivolge ai carabinieri di Fuorigrotta, per dare corso a quella che per gli inquirenti romani non è altro che una sorta di messinscena, spiegando ai militari di essere stato vittima di una rapina mentre percorreva l'asse mediano. Particolari ad effetto nella denuncia firmata dinanzi all'arma, quanto basta per bussare alle casse della compagnia di assicurazione. Insomma, una finta denuncia per ottenere il rimborso della polizza e chiudere i conti, a mo' di colpo di spugna, con quella distrazione iniziale, con lo smarrimento del cellulare che - a sentire le intercettazioni - sarebbe avvenuto tra gli scogli di Mergellina. Una nuova grana dunque per il magistrato che nelle prossime settimane dovrà difendersi dall'accusa di corruzione dinanzi ai giudici della Capitale, per aver contribuito a tenere in piedi un sistema finalizzato a condizionare lo svolgimento di alcuni processi. Capuano - come è noto - è detenuto in cella, nel carcere di Poggioreale, dallo scorso tre luglio e nei prossimi giorni - a partire dal dieci dicembre (dinanzi alla seconda sezione del secondo collegio) - avrà inizio il processo a carico del magistrato e dei suoi presunti complici. Un passato da giudice per le indagini preliminari a Napoli, poi in servizio a Ischia, prima di finire in manette. Difeso dai penalisti Alfonso Furgiuele e Maurizio Lojacono, Capuano si dice pronto a dimostrare la correttezza della propria condotta, come è apparso evidente dal confronto con il collega gip Costantino De Robbio, nel corso dell'interrogatorio di garanzia: «Sono stato superficiale - ha spiegato lo scorso luglio, due giorni dopo gli arresti - dovevo troncare di netto i rapporti con quelle persone, li assecondavo solo a parole, lo facevo per non avere altri problemi». Una vicenda che ora attende la valutazione di un collegio, che dovrà prendere in considerazione gli esiti del lavoro di appostamento e di intercettazione svolto dalla pg a partire dal febbraio scorso: un'inchiesta che ha fatto emergere anche la storia della denuncia ai carabinieri per una rapina ritenuta fasulla, per strappare un premio assicurativo dopo aver smarrito lo smartphone ancora sotto garanzia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino