Il giudice Capuano e il cellulare perduto: «Simulò una rapina»

Il giudice Capuano e il cellulare perduto: «Simulò una rapina»
di Leandro Del Gaudio
Domenica 3 Novembre 2019, 09:30 - Ultimo agg. 16:31
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Disse che ci avrebbe pensato lui, che avrebbe risolto il problema: lo smartphone smarrito irrimediabilmente tra gli scogli di Mergellina? Nessun problema. C'è un modo per rientrare nelle spese - pensò ad alta voce - basta fare una denuncia per rapina e il gioco è fatto: quello smartphone è assicurato per furto e rapina. È il dieci giugno scorso, quando il giudice Alberto Capuano prova a organizzare le idee, a proposito del cellulare smarrito da una sua congiunta, ma anche sul piano B per recuperare le spese. Ed è in quelle ore che il giudice avrebbe organizzato una trama che gli è costata oggi una nuova accusa dalla Procura di Roma. Già, perché durante le discussioni in famiglia, il magistrato non poteva immaginare che la Procura di Roma lo stava intercettando per ipotesi di corruzione, in relazione a presunti scambi di favori finalizzati a condizionare l'andamento di alcuni processi all'ombra delle torri del Tribunale di Napoli. Ma torniamo al dieci giugno, alla storia del cellulare smarrito e al piano che sarebbe stato escogitato da Capuano. Stando a quanto emerge dalle carte sul rito immediato a carico del magistrato, la Procura di Roma ipotizza nuove accuse a carico dell'imputato, ipotesi di reato che nulla hanno a che vedere con il presunto mercimonio di sentenze che i pm capitolini credono di aver ricostruito finora. In poche righe, i magistrati romani accusano così Capuano di falso in denuncia (siamo all'articolo 367 del codice penale, una sorta di simulazione di reato), al fine di commettere frode assicurativa (articolo 642), dal momento che il cellulare smarrito era stato assicurato contro il furto e la rapina al momento dell'acquisto. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, Capuano si sarebbe dato da fare per sfruttare la polizza e per trasformare la distrazione di una propria parente in una vicenda degna di interessare la forza pubblica.

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Ed è in questo scenario, puntualmente ricostruito grazie alle intercettazioni oggi depositate agli atti (quelle con il trojan), che il magistrato decide di mettere tutti i tasselli al punto giusto, almeno secondo il suo punto di vista. Ed è così che si rivolge ai carabinieri di Fuorigrotta, per dare corso a quella che per gli inquirenti romani non è altro che una sorta di messinscena, spiegando ai militari di essere stato vittima di una rapina mentre percorreva l'asse mediano. Particolari ad effetto nella denuncia firmata dinanzi all'arma, quanto basta per bussare alle casse della compagnia di assicurazione. Insomma, una finta denuncia per ottenere il rimborso della polizza e chiudere i conti, a mo' di colpo di spugna, con quella distrazione iniziale, con lo smarrimento del cellulare che - a sentire le intercettazioni - sarebbe avvenuto tra gli scogli di Mergellina. Una nuova grana dunque per il magistrato che nelle prossime settimane dovrà difendersi dall'accusa di corruzione dinanzi ai giudici della Capitale, per aver contribuito a tenere in piedi un sistema finalizzato a condizionare lo svolgimento di alcuni processi. Capuano - come è noto - è detenuto in cella, nel carcere di Poggioreale, dallo scorso tre luglio e nei prossimi giorni - a partire dal dieci dicembre (dinanzi alla seconda sezione del secondo collegio) - avrà inizio il processo a carico del magistrato e dei suoi presunti complici. Un passato da giudice per le indagini preliminari a Napoli, poi in servizio a Ischia, prima di finire in manette. Difeso dai penalisti Alfonso Furgiuele e Maurizio Lojacono, Capuano si dice pronto a dimostrare la correttezza della propria condotta, come è apparso evidente dal confronto con il collega gip Costantino De Robbio, nel corso dell'interrogatorio di garanzia: «Sono stato superficiale - ha spiegato lo scorso luglio, due giorni dopo gli arresti - dovevo troncare di netto i rapporti con quelle persone, li assecondavo solo a parole, lo facevo per non avere altri problemi». Una vicenda che ora attende la valutazione di un collegio, che dovrà prendere in considerazione gli esiti del lavoro di appostamento e di intercettazione svolto dalla pg a partire dal febbraio scorso: un'inchiesta che ha fatto emergere anche la storia della denuncia ai carabinieri per una rapina ritenuta fasulla, per strappare un premio assicurativo dopo aver smarrito lo smartphone ancora sotto garanzia.
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