Bambino ucciso dai pitbull a Eboli: cinque indagati, la mamma accusata di omicidio colposo

Sotto inchiesta anche gli zii e i proprietari dei due cani accertamenti in corso sui due animali

La morte del bimbo a Eboli
La morte del bimbo a Eboli
di Petronilla Carillo
Martedì 23 Aprile 2024, 23:34 - Ultimo agg. 25 Aprile, 09:01
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Il sostituto procuratore di Salerno, Alessandro De Vico, ha iscritto cinque persone sul registro degli indagati per la morte del piccolo Francesco Pio, azzannato e ucciso da due pitbull lunedì mattina nella frazione Campolongo di Eboli.

Si tratta dei proprietari dei cani, Gaia Sabato e Fabio Fiorillo, degli zii del piccolo presenti in casa, Simone e Giuseppe Santoro, e della mamma Paola Ferrentino. L’ipotesi di accusa, per tutti, è di concorso in omicidio colposo per omessa custodia degli animali. E questa mattina, negli uffici della Procura, verrà anche conferito l’incarico al medico legale che dovrà eseguire l’autopsia sul corpicino del piccolo. Esame che dovrebbe essere svolto in giornata presso l’obitorio dell’ospedale di Battipaglia. E mentre il sindaco di Eboli, Mario Conte, ha proclamato il lutto cittadino subito dopo gli esami, la famiglia di Francesco Pio avrebbe chiesto al sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, di poter seppellire il bimbo nel cimitero di Brignano, vicino a una zia, la sorella del nonno, deceduta da qualche mese. Nella villetta di Campolongo, sottoposta a sequestro da parte dell’autorità giudiziaria, sarebbe rimasta soltanto la madre dei due pitbull, l’altra femmina è stata portata via e affidata a delle persone. 

Il procuratore

Su quanto accaduto a Campolongo lunedì mattina è intanto intervenuto anche il procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, che coordina le indagini: «Della vicenda giudiziaria non posso parlare - ha detto - ma sarebbe anche difficile parlare. Quello che posso dire è che quanto accaduto è stato, veramente, doloroso e anche impressionante nella sua dinamica. Cosa si può dire rispetto a questi fatti? Qui, veramente, subentra un problema di dolore umano per quella che è una tragedia terribile». 

Le indagini

Le indagini vanno dunque avanti per verificare esattamente tutti i profili di responsabilità. L’avvocato Daniele Olivieri, difensore di uno dei proprietari dei cani, intanto precisa che il pitbull, padre dei due animali sottoposti a sequestro e ricoverati in una struttura a Pignataro Maggiore, è morto a causa di un trauma cranico per aver sbattuto la testa contro un cancello in ferro. Sarebbe deceduto dopo una lunga agonia per un banale incidente e non perché aggredito dai due cani, cioè dai suoi stessi figli, dichiarando di avere anche la certificazione veterinaria da allegare agli atti dell’inchiesta. Intanto il legale di un altro proprietario dei cani, l’avvocato Genserico Miniaci, ha rinunciato al proprio mandato.

Secondo il racconto dei due proprietari di cani, racconto fatto anche ai carabinieri della stazione di Santa Cecilia ad Eboli, gli animali sarebbero stati affidati ai due Santoro e alla sorellastra Paola Ferrentino, che vivevano in quella casa. Loro, in regime di separazione legale, si sarebbero solo limitati a pagare l’affitto della palazzina per poter mantenere i cani. Ci sono, insomma, diversi punti ancora da chiarire e i tasselli di racconti discordanti da mettere insieme. 

 

Gli animali

Gli animali sono stati sottoposti a doppio sequestro: uno veterinario e uno giudiziario. Dovranno anche loro essere sottoposti ad esami e saranno abbattuti soltanto se risulteranno affetti da rabbia. Ieri mattina, nella sua gabbia di Pignataro Maggiore, uno dei due animali è stato visto tremare dagli addetti e in cerca di affetto; l'altro, invece, sarebbe rimasto nella parte coperta del suo box e avrebbe spesso ringhiato. Secondo quanto finora accertato, i cani non conoscevano il bambino ma, probabilmente, chiusi in una stanza dell’abitazione, ne sentivano l’odore. Prima, quando ancora vivevano con i loro proprietari, erano invece stati educati come dei bambini, non avendo la coppia figli propri. Lunedì mattina, quando si sono presentati gli operatori del servizio sanitario per portarli via dalla villetta, c’è voluto l’intervento della padrone per poterli avvicinare e far salire nel furgoncino dell’Asl, entrambi piangevano. 

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La dinamica

Sarebbe al momento stata confermata da tutti i testimoni: Francesco Pio sarebbe stato tra le braccia del giovanissimo zio Simone che, a quanto pare, era anche lo stesso a far mangiare i quattro pitbull di casa. I cani avrebbero puntato direttamente al bimbo che era in braccio a lui e che loro non conoscevano. Resta da chiarire un dettaglio: perché quella mattina i cani non erano stati chiusi come sempre in una stanza? 

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