«Come commissario per Bagnoli vedo due possibilità: o una figura di assoluta fiducia del governo con un profilo di esperienza amministrativa, come Graziano Delrio, affiancata...
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Possibile che l’unica soluzione per Bagnoli sia l’ennesimo commissario?
«Chi non è d’accordo si rassegni. Visto com’è degenerata la questione Bagnoli in questi anni, quella individuata dal decreto è la sola strada in grado di garantire la riqualificazione e il rilancio della zona occidentale di Napoli, che da grande opportunità è diventata il simbolo di un colossale fallimento. Del resto se fossi diventato il primo cittadino, avrei preteso subito dal governo i poteri commissariali, in capo al sindaco».
Al Comune resterebbe il ruolo di soggetto attuatore...
«Allo stato attuale mi sembra la soluzione più adatta perché bisogna evitare che gli utili derivanti dalla vendita dei suoli vadano esclusivamente a soggetti privati. Viceversa il Comune potrebbe effettuare direttamente gli investimenti e vendere gli immobili finiti. In questo modo i fondi ottenuti resterebbero al territorio. A conti fatti, a fronte di una spesa complessiva di un miliardo, si prevedono ricavi che oscillano tra 1,6 e 1,8 miliardi. Significa che nelle casse dell’amministrazione entrerebbe un tesoretto pari a 600-800 milioni».
Ha parlato con Renzi di questa ipotesi?
«Gli ho detto che se fossi io il sindaco, spingerei per un’operazione del genere perché il Comune potrebbe ottenere significativi utili».
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Il Mattino