Il Comune di Napoli, a distanza di un anno, non ha ancora terminato le procedure di dismissione dell'Ippodromo di Agnano. Intanto, tra poco più di sette giorni,...
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La prima a mettere nero su bianco è stata la dirigente comunale Gea Vaccaro che lo scorso 13 febbraio ha chiesto, attraverso una missiva inviata al Servizio demanio e Patrimonio e agli assessori competenti, di «conoscere i tempi previsti per la conclusione delle procedure finalizzate alla dismissione, al fine di individuare eventuali modalità di gestione temporanea dell'impianto». Procedure in parte avviate, ma che con ogni probabilità richiederanno anni prima di essere portate a compimento. In una sorta di botta e risposta tra dirigenti, a distanza di una settimana, il 20 febbraio la dirigente del servizio Demanio e Patrimonio Natalia D'Esposito, accolta la richiesta di Vaccaro, si rivolge alla Napoli Servizi: «Si chiede di conoscere se è stato avviato il procedimento di dismissione afferente il complesso immobiliare denominato Ippodromo di Agnano e conoscere i tempi previsti per la conclusione delle procedure».
In sostanza, il Comune, a meno di dieci giorni dalla scadenza della gestione temporanea dell'impianto, che secondo l'atto di giunta del 31 marzo 2018 sarebbe dovuta durare un solo anno, si ritrova con l'iter per la dismissione in alto mare ed una gara pubblica da dover avviare.
La patata bollente è ora nelle mani della società comunale che si occupa delle dismissioni del patrimonio: «Abbiamo fatto richiesta alla Sovrintendenza per il parere, ma attendiamo da mesi una risposta - spiega l'amministratore della Napoli Servizi Andrea de Giacomo - Inoltre abbiamo avviato le procedure per l'accatastamento, perché una parte non risulta accatastata e il rilievo delle parti abusive, che dovranno essere abbattute». Intanto Pierluigi D'Angelo (attuale gestore) è in attesa di segnali da parte dell'ente: «Abbiamo già ricevuto dal ministero il calendario degli eventi 2019, ma non sappiamo ancora le cifre che ci saranno destinate. Inoltre siamo legittimati ad operare fino al 31 marzo. Nell'interlocuzione con il Comune ci era stata prospettata una proroga, in caso contrario dal 1 aprile partiranno le lettere di licenziamento». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino