Ischia, alberghi chiusi a Natale ma il ministro Santanchè rilancia: «Io ci sarò»

Solo 20 strutture ricettive su 304 hanno deciso di restare in attività per le feste

Soccorritori al lavoro dopo la frana di Casamicciola
Sono solo venti, sui 304 esistenti, gli alberghi che hanno deciso di aprire per le feste di Natale a Ischia, l’isola ferita dalla frana di Casamicciola del 26 novembre...

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Sono solo venti, sui 304 esistenti, gli alberghi che hanno deciso di aprire per le feste di Natale a Ischia, l’isola ferita dalla frana di Casamicciola del 26 novembre mentre era ancora tramortita dal terremoto del 2017 e da due anni di pandemia. Troppo vicina la tragedia, troppe le incertezze e i dubbi dei turisti, troppi anche i costi energetici per tenere aperte strutture dove le prenotazioni non arrivano e quelle che già c’erano cominciano a saltare.

«In genere noi apriamo subito dopo Natale e restiamo aperti per una settimana, solo nel periodo di Capodanno – conferma Giancarlo Carriero, dell’Albergo della Regina Isabella -. Abbiamo una clientela affezionata che occupa ogni anno almeno 100 delle nostre 130 camere. Ma li stiamo sentendo in queste ore e sono tutti perplessi. La festa di Capodanno è un momento di gioia e, giustamente, non se la sentono. Non c’è il clima giusto. Noi vorremmo aprire per dare un segnale forte di continuità, di fiducia. Ma siamo in difficoltà. Stiamo valutando se farlo o no».

Stesse perplessità in gran parte degli esercizi su altri versanti dell’isola, anche nelle 72 strutture extra-alberghiere. «In verità – dice Luca D’Ambra, presidente di Federalberghi Ischia - in momenti come questi l’isola diventa una cosa sola. Le tragedie ci uniscono e il sentimento è lo stesso in tutte le parti dell’isola. Noi stavamo lavorando da tempo per fare una stagione unica che da settembre, in coda all’estate, arrivasse fino a Ognissanti, l’Immacolata e poi le feste natalizia. Senza chiudere mai. Avevamo creato un format e stavamo convincendo gran parte delle strutture ad aderire a questo percorso di destagionalizzazione. Purtroppo, prima la pandemia e poi, quest’anno, la tragedia della frana, hanno destabilizzato tutto. Aggiungiamo il caro bollette, e il quadro si completa. Molte strutture sono piccole e a conduzione familiare: hanno saltato l’Immacolata, che aveva sulla carta un ponte lungo; non escludiamo che nei prossimi giorni possano avere qualche prenotazione e decidere di aprire. Si vive un po’ alla giornata. Ma al momento, il quadro ci dà numeri molto bassi».

Intanto annuncia la sua presenza a Ischia tra Natale e Capodanno, il ministro del Turismo, Daniela Santanchè. «Sarò lì personalmente – dice la senatrice al Mattino – per sostenere il territorio e ricordare che noi ci siamo. Siamo già al lavoro con Enit per realizzare una campagna specifica su Ischia nei mercati internazionali di riferimento, per ricordare che Ischia non è sommersa dal fango, che l’isola è agibile e pronta ad ospitare i turisti di tutto il mondo». 

Lo scorso dodici dicembre, Federalberghi di Ischia è stata sentita in audizione alla Camera dei deputati, dalla VIII commissione. In quella sede gli albergatori hanno chiesto di allargare i provvedimenti presi per Casamicciola e Lacco Ameno a tutte le strutture turistiche e ricettive dell’isola. «L’alluvione - dicono - oltre a provocare danni materiali alle imprese, alle infrastrutture e alle famiglie, ha determinato il sostanziale blocco dei flussi turistici diretti verso l’isola, che appare destinato a protrarsi anche nelle prossime settimane». 

Gli albergatori chiedono, inoltre, finanziamenti a medio/lungo termine, supportati dalla garanzia dello Stato. Poi interventi sui tributi che gravano sulle imprese durante il periodo di chiusura o quando, pur in attività, sono caratterizzate da un’operatività ridotta e da un basso numero di clienti. Più precisamente Imu e Tari, da azzerare per il prossimo semestre. «Lo Stato – dice il presidente D’Ambra – a Ischia ci sta mettendo la faccia. Parta da qui, nella tragedia, l’opportunità di un nuovo modello. Noi dobbiamo puntare sulla compatibilità ambientale, sulla sostenibilità. I turisti scelgono anche su queste basi. Vogliono sentirsi al sicuro e vogliono sentire un ambiente tutelato e protetto. Chiediamo che si lavori da adesso su prevenzione, manutenzione, tutela del territorio». 

Intanto, però, con il terribile lutto ancora vivo, l’economia locale stavolta sembra affaticata sul serio. Sono circa 25mila i posti letto complessivi negli alberghi (23mila500) e nelle strutture extra-alberghiere (1500) dell’isola e la stragrande maggioranza di questi resterà vuota nelle prossime feste. Non solo gli oltre 5mila posti letto negli hotel di Casamicciola e Lacco Ameno (in mille ospitano da settimane soccoritori e sfollati), più prossime alla zona della tragedia. Ma faticano e temono anche i 104 alberghi di Forio, di 82 di Ischia e quelli delle località minori. «Ogni anno accogliamo oltre 600mila turisti – ricorda il presidente D’Ambra – con 3,5 milioni di pernottamenti complessivi. Il tessuto produttivo dell’isola è basato sul turismo. Se questo rallenta, rallenta tutta l’economia». E se si ferma l’economia, come riparte la vita dopo tanta morte? 

 

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Il Mattino