Cpl Concordia, accuse dell'ex patron «Con pochi indizi distrutta società»

Cpl Concordia, accuse dell'ex patron «Con pochi indizi distrutta società»
«Con le sole prove indiziali hanno distrutto una cooperativa che sotto la mia presidenza ragionava come una società con 450 milioni di fatturato l'anno. A seguito...

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«Con le sole prove indiziali hanno distrutto una cooperativa che sotto la mia presidenza ragionava come una società con 450 milioni di fatturato l'anno. A seguito di quell'inchiesta è scattata l'esclusione dalla 'white list' per la ricostruzione post sisma e Cpl ha perso centinaia di appalti pubblici». Sono le dichiarazioni che ha rilasciato in un'intervista al Quotidiano Nazionale Roberto Casari, ex patron del colosso cooperativo Cpl di Concordia nel modenese e per 40 alla guida dello stesso, finito in manette nel 2015 per le presunte tangenti legate alla metanizzazione dell'isola di Ischia.


«Teoricamente - ha detto Casari - dovrei essere assolto come l'ex sindaco d'Ischia Giosi Ferrandino, perché se lui non è stato corrotto, io non sono un corruttore. Ma considerato che ho trascorso sei mesi nelle patrie galere e sei agli arresti domiciliari da innocente con la magistratura non sai mai». Nell'intervista a Qn l'ex patron punta il dito proprio contro la magistratura: «Ci sono magistrati che sbagliano di frequente, con danni immensi per la società e la debolezza della politica nei confronti della magistratura è gravissima».

Le accuse della procura di Napoli del 2015 mosse contro Casari e l'ex sindaco Ferrandino riguardano l'associazione per delinquere, la corruzione, anche internazionale, turbata libertà degli incanti, riciclaggio, emissione di fatture per operazioni inesistenti: un sistema corruttivo con fondi neri in Tunisia da parte di Cpl attraverso i quali retribuire pubblici ufficiali, tra cui Ferrandino, per ottenere favori nell'aggiudicazione degli appalti. Lo scorso 16 gennaio Ferrandino è stato assolto. Casari e i nove dirigenti andranno a processo il primo marzo a Modena.
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Il Mattino