Potrebbe essere stata la forte corrente ad aver trasportato i banchi di gamberetti verso la spiaggia di San Montano, sull'isola d'Ischia. È questa l'ipotesi...
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Allo stato attuale, spiega Miccio, «non si hanno ancora notizie ufficiali sulle cause del fenomeno, ma dai campioni prelevati per le analisi, a cura della Stazione zoologica Anton Dorhn, sembrerebbe si tratti di krill mediterraneo, specie di cui i canyon sottomarini sono ricchissimi. Questa specie va incontro a migrazioni notturne e spesso, a causa di forti correnti, una parte dei banchi può essere trasportata verso riva e finire spiaggiata. In attesa di riscontri ufficiali, questa tesi sembra la più attendibile a spiegare il massiccio spiaggiamento avvenuto», conclude Miccio.
Sul caso viene diffuso anche un compunicato congiunto della Guardia Costiera e Stazione Zoologica Anton Dohrn: «Le prime analisi hanno permesso di identificare con certezza che si tratta di crostacei adulti, di circa 5 cm, appartenenti alla specie Meganyctiphane norvegica, meglio conosciuta come il krill del Mediterraneo, che solitamente formano grossi banchi durante il loro ciclo riproduttivo. Questi organismi sono tipici di ambienti profondi e sciamano nuotando lungo la colonna d’acqua, raggiungendo di notte gli strati più superficiali per alimentarsi. Lo spiaggiamento che si è potuto osservare è un fenomeno anomalo ed episodico, dovuto a particolari condizioni di corrente ascensionale capaci di catapultare sulla riva tali crostacei. I ricercatori stanno approfondendo le analisi sugli organismi e sull’acqua di mare per escludere qualsiasi dubbio su possibili effetti derivanti dall’inquinamento. Allo stato attuale, appare improbabile, infatti, tale ipotesi in quanto non è stato rilevato un analogo spiaggiamento per altri organismi sensibili. È bene ricordare, comunque, che questa specie di crostacei non è commestibile per l’uomo a causa dell’elevata concentrazione naturale di fluoro. Opportuno sottolineare, inoltre, che tali organismi rappresentano un ottimo cibo per i suoi predatori naturali, come la balenottera comune che si alimenta solitamente nelle acque del canyon di Cuma. I ricercatori non ravvisano nessun legame con lo spiaggiamento del capodoglio dello scorso 24 dicembre 2018, né con altri fenomeni verificatisi a Napoli nei giorni scorsi. La Guardia Costiera, in stretta collaborazione con la Stazione Zoologica e con gli altri Enti preposti, continuerà ad effettuare il monitoraggio delle aree costiere nell’ambito della propria attività d’Istituto per la vigilanza e la tutela dell’ecosistema marino»
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Il Mattino