Sarebbe dovuto diventare un parcheggio multilivello sotterraneo, ma a distanza di quasi sei anni dall'apertura del cantiere quello della Siena a Ischia Ponte continua a...
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«In sei anni hanno realizzato il tunnel sotto la Manica e qui a Ischia si è creato solo uno scempio a cielo aperto» denunciano i cittadini che chiedono al sindaco Enzo Ferrandino di intervenire. La proprietà è però privata. E per questo dal Comune la risposta è sempre quella di non poter interferire. «Non ricordiamo più quante volte lamenta a nome del comitato Gianni Vuoso - abbiamo ascoltato le dichiarazioni di Santaroni che ha ripetutamente rassicurato tutti sulla conclusione dell'opera. Conclusione dell'opera che non è mai arrivata nei fatti». L'accusa al Comune è di aver in qualche modo contribuito a questa impasse: non essendo mai state capaci di risolvere i problemi da congestione di traffico e parcheggio delle auto a Ischia Ponte, le amministrazioni che si sono succedute hanno preferito affidarsi alle soluzioni prospettate appunto da privati. I cittadini chiedono dunque al sindaco Enzo Ferrandino che si imponga sulla società Villa Miramare, affinchè concluda l'opera entro l'estate, al massimo settembre, oppure si arrivi al ripristino de i luoghi.
Aperto sei anni fa, il cantiere del parcheggio della Siena si è praticamente fermato dopo le opere di scavo nel sottosuolo di quella che originariamente era un'area di sosta per le auto con annesse aiuole e parco di alberi di basso fusto. Il motivo ufficiale dello stop risiede nel fatto che in quella porzione di costa a ridosso della spiaggetta del Muro Rotto il mare ha continuato ad infiltrarsi, alimentando il volume dell'acqua che intanto si era raccolta nell'invaso proveniente secondo alcuni esperti - da alcune sorgenti sotterranee locali come quella del Pontano. Una possibilità, questa dell'acqua sorgiva di origine termale, che è sempre stata smentita dalla società che cura il progetto, la quale ammette invece la sola origine marina delle infiltrazioni. E sempre vani sono stati comunque finora i tentativi di pompare fuori dall'invaso l'acqua salmastra, che ha formato una sorta di specchio lacustre interno, ma anche quelli di arginare l'afflusso costante di altra acqua. Il cantiere è stato persino sottoposto a sequestro per alcuni mesi nel 2016 dal procuratore Nicola Quatrano, a seguito di controlli della Guardia Costiera che avevano rilevato sversamenti non autorizzati in mare di acqua e fanghiglia. Da parte sua la proprietà che oltre ad aver investito in proprio nell'opera, ha anche usufruito di finanziamenti europei ha assicurato che a breve provvederà a realizzare le annunciate perforazioni sul suolo liberato dall'acqua, così da poter realizzare la soletta di base e risolvere il problema dell'acqua sorgiva. Annunci questi di fronte ai quali la cittadinanza resta assai scettica, alla luce di quanto si è verificato nel corso degli anni. Da qui il pressing sul Comune, che finora non ha dati risposte. Mentre una nuova stagione turistica si avvicina. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino