Arrivano le Jag, le imprecazioni «pret a porter» in Napoletano

Arrivano le Jag, le imprecazioni «pret a porter» in Napoletano
La bestemmia non è una specialità del Mezzogiorno: troppo devoto, raramente anticlericale, attento al sacro anche nel linguaggio. Da noi prevale l'imprecazione:...

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La bestemmia non è una specialità del Mezzogiorno: troppo devoto, raramente anticlericale, attento al sacro anche nel linguaggio. Da noi prevale l'imprecazione: e comunque, stando all'etimologia, sempre di bestemmia si tratta. Perchè il termine è da ricondursi al greco e più precisamente a due parole: βλάπτειν, "ingiuriare", e φήμη o φάμα, "dire". Quindi dire ingiuria, offendere, calunniare. E in questo terreno poche parlate battono una lingua strutturata come il napoletano.

Un artista partenopeo ha pensato che in tempi di pandemia non è facile incontrarsi e scambiarsi, quando serve, qualche sacrosanta imprecazione: «Un'altra soddisfazione che il Covid ci ha tolto», riflette Ruben D'Agostino, in arte "Ruben", in passato autore del tetris urbano che colora un tratto di via Massimo Stanzione al Vomero. Ma anche quando ci si incontra la pratica diventa complessa: «Col volto coperto dalla mascherina, è impossibile manifestare apertamente il proprio disappunto nei confronti di qualcuno che ci ha fatto un torto».

Allora ha deciso di trovare un rimedio a questa grave carenza: inventando la "Jag", la “bestemmia a distanza”. Come? Con comodi adesivi che sintetizzano in poche lettere, tramite acronimi, l’offesa di turno. E così “Jos” sta per “jetta ‘o sanghe”, “Ktb” per “Chi ti è vivo” e “Afm” per “vafammocca”. Le altre i lettori le troveranno nella pagina di Ruben, ma il senso è che la “JaG”, la bestemmia grafica, può avere utilizzi anche in digitale e creare una filiazione, come un meme: «Jaggare qualcuno può essere utile: entriamo in un'attività commerciale, l'esercente non si comporta bene con noi o è sgarbato. Uscendo dall'esercizio prendiamo una jastemma grafica e l'apponiamo sull'uscio. In questo modo conseguiamo due risultati: Il primo è la soddisfazione di aver comunicato all'esercente il nostro disappunto. Il secondo è lasciare una sorta di feedback al prossimo cliente che vi entrerà” dice. "E poi non dire la parola completa ma solo la sua sintesi fa diventare l'espressione artistica, signorile, quasi elegante».

Ruben ha addirittura creato dei kit da venti “JaG”, una per contumelia, disposti in comodi astucci per necessità estemporanee. I primi a essere “jaggati” sono stati Corrado Augias per la sua trasmissione troppo folkloristica su Napoli; e chiaramente la Juventus, che però, di questi tempi, più che di maledizioni avrebbe bisogno di comprensione.

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Il Mattino