John Landis, confessioni napoletane «Io da Pompei al Mann. E Totò...»

John Landis
«Ho comprato il biglietto per stare qui, per visitare il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ad ammirare quello che è stato portato via dagli scavi di...

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«Ho comprato il biglietto per stare qui, per visitare il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ad ammirare quello che è stato portato via dagli scavi di Pompei». John Landis, visitatore d'eccezione del Mann, ride spesso, anche quando si tratta di cose serie. «Sono affascinato dalle persone affascinate dalla svastica, dai politici psicopatici come Trump, voglio girare un documentario su tutto questo», ha spiegato il grande regista di «The blues brothers» e «Un lupo mannaro americano a Londra», 68 anni, facendo colazione all'hotel Vesuvio prima di partire per Maratea dove ha poi partecipato alle «Giornate del cinema lucano».

Del suo nuovo documentario vuole svelare poco: «Come per tutti i miei film - spiega - sarà complicato trovare i soldi e i produttori per farlo. Spero che sia illuminante, spaventoso e divertente. Ho scritto Un lupo mannaro americano a Londra nel 1969 ma sono riuscito a girarlo solo nel 1981, perché i produttori leggevano la sceneggiatura e dicevano: Cosa?. Poi feci il film e la reazione fu: Ah, Ok!».

Dovremo aspettare altrettanto per questo docufilm?
«Non lo so, ma posso dire che sarà trasmesso in televisione. Sei anni fa ho girato un documentario, Mr. Warmth, sul comico americano Don Rickles ed è stato trasmesso da Hbo, vincendo un Emmy Awards. Non credo sia stato visto in Italia, è un prodotto americano, come sarebbe un prodotto italiano un documentario su Totò: a proposito lui è al centro di una delle mie scene preferite nella storia del cinema».

Una volta disse che avrebbe desiderato avere Totò come attore nel suo «Ridere per ridere», ma che purtroppo lui era già morto.
«Big deal on Madonna Street, che in originale è I soliti ignoti, è per me è una delle commedie più grandi di sempre e Totò è straordinario. A proposito: camminando per Napoli mi accorgo che ci sono parecchi Totò in giro».
 
In che senso?
«Ci sono tanti Totò e troppa pizza. In tre giorni da turisti io e mia moglie Deborah abbiamo visto il museo archeologico, gli splendidi dipinti del museo di Capodimonte, le porcellane della Villa Floridiana, siamo stati ad Amalfi, a Positano. Ne siamo usciti esausti e pieni di pizza, illuminati dalla simpatia dei simil-Totò incontrati per strada e nei ristoranti».

Com'è stata la visita al Museo Archeologico di Napoli?
«Frequento Villa Getty, a Malibu, dove hanno un bellissimo anfiteatro in cui mettono in scena tragedie greche, perciò ero eccitato dalla visita. La mattina, l'autista che ci ha lasciato fuori il museo ci ha detto: vi aspetto qui che tanto ci vorrà un'oretta. Ho pensato: un'ora? Uno degli scrigni più preziosi al mondo richiede un'ora di visita? E ci sono rimasto dentro tantissimo».

Da dove nasce questa passione per l'archeologia?
«Un anno e mezzo fa sono stato a Pompei con Deborah. C'ero già stato una trentina d'anni prima e mi sono accorto che mancavano statue, oggetti. Mi sono chiesto dove fossero finiti, se ci fosse stata una rapina... Mi hanno spiegato che erano al Mann e sono andato al Mann per vederli».

Ritorniamo al suo documentario. Di cosa parla?
«È difficile da spiegare. Riguarda il pregiudizio, il razzismo, la religione, i colori: perché le persone si odiano l'un l'altro, perché hanno bisogno di un nemico. Mi sono spaventato quando Trump si è candidato alla presidenza, anche se nessuno pensava che avesse una possibilità, era una barzelletta. Ha detto cose veramente offensive, razziste, ignoranti, fasciste. È come se si fosse aperto il vaso di Pandora. Non è populismo, è fascismo e ora è ovunque, in Europa, in Italia proprio in questo momento, in Spagna. L'Ungheria, adesso, è uno Stato nazista, come la Polonia. È come un vento diabolico. Gli europei hanno davvero una memoria così corta? Sa, non è passato molto tempo. Penso a Hitler: anche quando era chiaro che fosse uno psicopatico, i tedeschi lo supportarono, lo elessero e andarono in guerra con lui. Sono affascinato dalle persone che sono affascinate dalla svastica. Della Germania dopo il nazismo rimasero solo rovine. Chi sventola la bandiera del Terzo Reich mi ricorda quanti da noi sventolano la bandiera degli Stati Confederati: che cosa rappresenta se non schiavitù, traditori e perdenti?».

Le bandiere uniscono, aggregano, in tempi di solitudini.
«Fanno rimpiangere i bei tempi andati, che non sono mai stati migliori. Quasi in tutto il mondo oggi le persone vivono di più, la vita è più facile, il crimine cala ovunque, in tutte le classi. C'è uno studio che mostra come, quando il crimine cala, aumentano le denunce. Sono tempi strani e spaventosi e voglio fare un film a proposito. Spero che sia illuminante, spaventoso e divertente».

La affascinano gli psicopatici.
«Le persone pazze e religiose. Mike Pence, il vicepresidente degli Stati Uniti, ha detto che non rimarrebbe da solo con una donna che non sia sua moglie. Trump sta mandando a mare l'economia. Non c'è logica, non c'è razionalità. Sono tempi folli, fanno venire in mente La guerra lampo dei fratelli Marx, un film capolavoro del 1933. Viviamo in un mare di bugie, tipo quella che ci racconta l'intensificarsi dei fenomeni migratori».

Le migrazioni sono un tema scottante in Italia.
«I rifugiati siriani sono classe media. Contabili, medici, dentisti, non terroristi, e sono perseguitati come gli ebrei nella Seconda Guerra Mondiale. È una situazione pericolosa, stupida e spaventosa. Dai tempi della guerra civile, questo è il momento più pericoloso per il mio Paese, speriamo ci salvi la Costituzione, che regga il bilanciamento dei poteri: i repubblicani imbrogliano, sono un partito tradizionalmente di destra, molto conservatore, ma che non è mai stato psicotico».

Eppure gli americani hanno scelto Trump.

«Ricorda le elezioni, quando la Clinton ha avuto 3 milioni di voti in più? Abbiamo un sistema elettorale bizzarro. Dopo la guerra d'indipendenza americana i padri fondatori hanno dovuto scendere a compromessi con le Tredici colonie affinché restassero unite, compromessi che ancora paghiamo, come la schiavitù. I 50 Stati americani hanno due senatori ciascuno. Rhode Island ha un milione di persone, il Wyoming e il Montana sono poco abitati, la California è la quarta economia al mondo e abbiamo lo stesso due senatori. La maggioranza non è così pazza ma il governo sì, ecco cosa succede. E, poi, c'è la crisi dell'opposizione: dov'è finita la sinistra nel mondo? Dove sono i democratici in America? Chi è il leader della sinistra in Israele? Trump continua a dire bugie, contraddice se stesso ogni volta che parla... è pazzo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino