Giù le mani dal San Carlo. Un grido forte e chiaro deve alzarsi a difesa del Teatro. Teatro con la T maiuscola, che non l'Italia ma il mondo ci invidia. Le migliori...
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Da qui bisogna partire. Dal prestigio di un teatro che deve tornare a essere uno dei centri dell'eccellenza musicale in Europa. Può dirsi che oggi lo sia? La risposta è no. Il San Carlo è ormai da anni, come tutti i teatri italiani ad eccezione della Scala, il luogo di una mediocrità artistica fatta di cast raccogliticci e di seconda scelta, poca ricerca, predominio della quantità sulla qualità, fragilità di gestione e incapacità di programmare. Senonché bisogna comprendere e poi far comprendere che, se questi limiti sono angusti per tutto il teatro musicale italiano, suonano come un insulto per un'Istituzione che vanta un nome e una tradizione impareggiabili. Il San Carlo non è l'Opera di Roma, il Carlo Felice di Genova, il Regio di Torino, e neanche la Fenice di Venezia. È la più antica e la più bella cattedrale della musica in Europa, a cui dall'estero si guarda con il rispetto e l'ammirazione che si devono a pochi.
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Il Mattino