«Le dichiarazioni di De Magistris sono gravissime e sconcertanti: alla Federico Secondo non c'è stata una mera contestazione, come dice il sindaco, è stato...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un capovolgimento completo della realtà, quello del sindaco. In cui chi si impone con la violenza è giustificato, chi la subisce ha un problema. Un tema paradossale in una realtà in cui la violenza, spesso, è esercitata dalla criminalità organizzata che viene quasi legittimata, mentre il problema, a sentire de Magistris, sono le vittime che dovrebbero chiedersi perché i violenti sono violenti. Così interviene il segretario generale della Cgil di Napoli: «Noi come sindacato siamo abituati alle contestazione e ai conflitti e mai ci siamo sottratti - dice Walter Schiavella - Ma quello che è accaduto il 9 novembre alla Federico Secondo non è grave per la contestazione, ma perché si è impedito un confronto, per di più in un luogo come l'università che del confronto è un simbolo».
«Se De Magistris non comprende che il ripetersi di tali episodi nella città di cui è sindaco costituisce una grave lesione non solo dell'immagine e della storia della città, ma anche un limite alla crescita culturale e civile di Napoli e alla stessa rappresentazione e soluzione di quelle molteplici istanze sociali che rivendicano legittimamente voce e visibilità dimostra una preoccupante e distorta visione della partecipazione democratica. Fin quando la misura del livello di ascolto sarà determinata dal parametro del chi urla di più ha ragione, gli stessi luoghi e strumenti di partecipazione risulteranno inefficaci, distorti e svuotati».
Per Schiavella è anche clamoroso che de Magistris «anche per semplice cortesia» non abbia chiamato né D'Alema né Camusso. Una scelta che il sindaco, invece, rivendica. Insieme con una sorta di excusatio non petita quando martedì ha ribadito più volte: «Non sono io il mandante di quell'assalto». Un passaggio, che ha il sapore di uno scivolone involontario, che fa esplodere il segretario della Cgil napoletana: «Ma noi non abbiamo mai pensato né tantomeno accusato De Magistris di essere il mandante di chicchessia. La Cgil a Napoli e in Italia ha sempre agito nel rispetto delle istituzioni e nella sua piena autonomia, valutando nel merito e senza alcun pregiudizio l'azione delle singole amministrazioni solo in rapporto alla soddisfazione degli interessi che rappresenta. Chiediamo analogo rispetto per la Cgil e i lavoratori che si riconoscono in essa a chi rappresenta non solo se stesso o la maggioranza che lo ha eletto, ma l'intera città».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino