Pompei, l'ex sindaco sfiduciato presenta ricorso al Tar

l'ex sindaco sfiduciato Ferdinando Uliano
Pompei. La legittimità dello scioglimento del comune di Pompei sarà discussa dinanzi al Tar. L'avvocato amministrativista del foro di Napoli, Domenica Savia...

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Pompei. La legittimità dello scioglimento del comune di Pompei sarà discussa dinanzi al Tar. L'avvocato amministrativista del foro di Napoli, Domenica Savia Coppola, - alla quale l'ex sindaco Ferdinando Uliano, sfiduciato lo scorso 31 agosto, ha affidato la speranza di annullamento dell’atto prefettizio che lo ha destituito dalla carica istituzionale  - ha impugnato il decreto di scioglimento dell'ente mariano e lunedì si costituirà in giudizio presso il Tribunale Amministrativo Regionale di Napoli. La decisione di «azzardare» la carta del Tar è sorta dopo l'accesso agli atti in Prefettura. Dalla documentazione acquisita dall'avvocato Coppola è saltato agli occhi la palese « perplessità del Prefetto Maria Gerarda Pantalone sulla legittimità dell'atto notarile che ha portato alla sfiducia dell'ex sindaco di Pompei». Il Prefetto di Napoli il 31 agosto ha inviato un quesito al Ministero dell'Interno al fine di chiedere un parere sulla conformità delle dimissioni del 10 consiglieri comunali. «Dall'esame della documentazione prodotta - si legge nel documento a firma del Prefetto Pantalone - che consta di due fogli protocollo, risulta che l'atto contestuale di dimissioni è stato redatto in data 29 agosto 2016 e contiene in calce le firme di 10 consiglieri comunali dimissionari, autenticate da un notaio, il quale ha certificato che i predetti  “della cui identità personale io notaio sono certo, hanno apposto in mia presenza le loro firme in calce all'antescritto atto e a margine del foglio intermedio”.


Le firme apposte in calce all'atto di dimissioni risultano essere effettivamente nel numero di 10, integrante l'ipotesi di scioglimento del consiglio comunale prevista dalla normativa  vigente, in considerazione dell'attribuzione di 16 consiglieri dell'ente in argomento. Le firme, invece, apposte a margine del foglio intermedio dei due fogli protocollo, risultano essere, in uno pari a 7 e nell'altro pari a 5, numero non sufficiente a determinare lo scioglimento di quel civico consesso. Non può, peraltro, tralasciarsi che il mancato formale rispetto dei tassativi adempimenti previsti dalla norma, potrebbe essere suscettibile di censura innanzi alla competente autorità giudiziaria amministrativa». Ed è in questo passaggio cruciale che Uliano pone la «speranza» di poter ritornare sulla scranno più alto di Palazzo de Fusco.  Alla luce  di quanto precede - il prefetto chiede al Ministero -  tornerà gradito conoscere se nella fattispecie possa o meno integrarsi l'ipotesi dissolutoria». 


Il Prefetto conclude il quesito chiedendo al Ministero dell'Interno «se procedere o meno con lo scioglimento del comune di Pompei». Dal Ministero dell'Interno la risposta arriva dal direttore centrale del dipartimento per gli affari interni e territoriali, Carmen Perrotta, che convalida la «legittimità dell'atto notarile in virtù della legge numero 89 del 16 febbraio del 1913 sull'ordinamento del notariato e degli archivi notarili. In relazione a tale normativa il Ministero dell'Interno «rassicura» la Prefettura sulla validità delle dimissioni dei consiglieri disponendo l'avvio della «relativa procedura per lo scioglimento del consiglio comunale di Pompei» avvenuta lo scorso 31 agosto.
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Il Mattino