Se tutto andrà secondo le previsioni e non ci saranno rinvii, trentadue semi di carota italiana salperanno venerdì, alle 11.24, dallo spazio-porto statunitense...
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Il gruppo si trova in Florida già da qualche settimana dove ha messo a punto gli ultimi dettagli del test. I semi di «Dacus carota», è questo il nome botanico della specie, invece sono custoditi già da un mese giorni nelle camere climatizzate della Nasa, dove sono arrivati con un corriere speciale dall'Italia. I botanici italiani ieri notte hanno inseminato otto speciali cellette di germinazione allestite appunto per favorire una radicazione «normale». Le celle, ognuna delle quali contiene quattro semi, misurano un paio di centimetri quadrati di superficie ciascuna e tengono dei substrati specifici di crescita: uno bagnato con acqua e l'altro con una soluzione di sali minerali; al loro interno verranno inseriti i semi.
La scelta della specie vegetale da testare è caduta sulla carota per grandezza e facilità di germogliare. A ricevere semi e celle sulla stazione, sarà l'astronauta Paolo Nespoli, che si trova in orbita dal luglio scorso, e che dovrà attivare l'esperimento entro il 15 dicembre. Data da rispettare assolutamente perché c'è bisogno del tempo sufficiente allo sviluppo dell'apparato radicale. «Quello che a noi interessa verificare spiega Aronne è la direzione che assumono le radici in caso di germinazione in assenza di gravità ma in presenza appunto di due differenti elementi di crescita: acqua o sali minerali. Il risultato del test sarà difatti applicabile, in futuro, nelle missioni di lunga durata, allorché gli astronauti avranno assolutamente bisogno di poter contare su delle piante coltivabili nelle serre attivate su quelle stazioni». Insomma, sapere come fare per direzionare le radici aiuterebbe poi la messa a punto ingegneristica degli hardware delle strutture in cui fare crescere le specie vegetali. In ambito terrestre, invece, l'importanza sta tutta nel fatto che se si riesce a capire come fare a direzionare le radici sarà anche più facile comprendere come limitare gli sprechi di acqua per l'irrigazione o l'uso di fertilizzanti. Le piantine sviluppate sulla stazione spaziale saranno inserite in ambiente stabilizzante per bloccare lo sviluppo dell'apparato radicale. Quindi, con lo stesso cargo dell'andata rientreranno sulla Terra dopo l'Epifania per essere studiate nel Dipartimento di Agraria, a Portici.
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Il Mattino