«Pericolo caduta pietre»: chiusa la Crypta Neapolitana

Per avvisare i turisti e i visitatori che la Crypta neapolitana è chiusa per motivi di inagibilità, c'è solo una rudimentale scritta, con gessetto di...

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Per avvisare i turisti e i visitatori che la Crypta neapolitana è chiusa per motivi di inagibilità, c'è solo una rudimentale scritta, con gessetto di colore bianco: «Pericolo caduta pietre - vietato l’ingresso». Questo basta per spiegare ai turisti che si trovano davanti il cancello sbarrato di un sito archeologico di grande valore storico tra i più significativi della città. Ennesimo bene culturale abbandonato, dimenticato e non valorizzato, chiuso al pubblico.

 
La Crypta neapolitana è una lunga galleria di 711,16 metri e larga 4,50 metri, come è emerso dai rilievi effettuati allo stato attuale, scavata nel tufo nel I° secolo a.C. e per secoli fu la importante via di comunicazione fra Neapolis e Puteoli. Nota anche come Grotta di Pozzuoli, ha assicurato, attraversando la collina di Posillipo, un rapido collegamento tra Napoli e l’area flegrea dall’antichità fino ai primi anni del ventesimo secolo.
 
Nel corso di oltre duemila anni la galleria e le aree circostanti hanno subito interventi che hanno mutato considerevolmente la conformazione originaria dei luoghi. La Crypta neapolitana, magica grotta ricca di storia e di mistero: negli anni 90 fu riscattata da un lungo oblio dagli alunni del 63° Circolo Didattico Andrea Doria di Fuorigrotta, che approfittando di un'iniziativa lanciata dall’Associazione Napoli 99, l’adottarono amorosamente, sollecitandone la cura e il restauro. Nell’occasione, su sollecitazione di Clelia Modesti, grazie alla sensibilità dei dirigenti scolastici Filippo Merola e Ciro Ruju e alla bravura e alla disponibilità dei docenti-artisti, dell’Istituto D’Arte Francesco Palizzi, Lorenzo Becce e Alessandra Bojda, fu realizzata l’effige della Madonna di Piedigrotta che fu collocata nell’edicola originaria, all’ingresso della Crypta. Il tutto fu realizzato in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici.


Il nome del quartiere di Fuorigrotta (foris cryptae) è legato a questa opera romana e si spera che il restauro di questo luogo storico, che oggi giace tra la desolazione e l’indifferenza di tutti, possa portare una energetica svolta nella politica culturale del quartiere. In attesa di un recupero completo la Crypta Neapolitana dovrà restare chiusa a lungo ai visitatori. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino