La grande cupola nera di Blind Vision saluta Piazza de Martiri. Da oggi l’istallazione multimediale di Annalaura di Luggo sarà pronta a spostarsi in giro per...
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Tanti i nomi di artisti, critici e curatori che sono rimasti affascinati dalla potenza comunicativa dell'installazione. «Lo scopo dell'artista è chiaramente quello di restituire dignità a persone che vengono spesso respinte in quanto “anomale”, e riaffermare il loro ruolo all'interno della società », ha spiegato lo scrittore americano Paul Laster in arrivo per la seconda volta a Napoli in occasione del finissage di Blind. Anche Peppino di Capri ha apprezzato enormemente l’idea, realizzata grazie al supporto dell’Unione Italiana dei Ciechi sezione Napoli e dell’Associazione Teatro Colosimo e promossa dal Comune di Napoli. «Ho un problema abbastanza grave all’occhio destro – ha raccontato l’artista - la mia vista è compromessa ed Annalaura mi ha voluto donare una sua opera: la foto gigante del mio occhio. Sono incuriosito dalla sua idea e dalle grande emozioni che riesce a trasmettere». L’iniziativa è stata appoggiata anche dal museo Madre. «Articolando questa dicotomia tra mente e corpo, apparenza esteriore e sfera intima con questo progetto si affronta lo sguardo di soggetti con disabilità visiva totale o profonda cambiando il concetto stesso di “visione”, evocandone e condividendone modi alternativi», ha affermato il direttore Andrea Viliani.
Dopo Napoli, saranno Roma, Milano, Firenze, Torino e Venezia le prossime tappe del tour 2018 di Blind Vision, prima di uscire dai confini nazionali per girare il mondo: la mostra è stata già in esposizione all'Art Basel in Svizzera e seguiranno tappe a San Paolo, New York, Miami, Dubai e Parigi. «È importante vedere che siamo stati in grado di lasciare un segno. Napoli ha risposto benissimo al progetto e siamo riusciti a raccogliere soldi che verranno donati all’Unione Italiana Ciechi. Lasciamo qualcosa di concreto e proseguiamo il nostro cammino fra l’arte e l'importantissimo messaggio sociale», conclude Annalaura. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino