La Magna Grecia rivive nelle camicie di seta di Gianni Versace in una fashion performance in abito d’incenso tra iconografie e ossimori.Lo stilista di origini calabresi...
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Tendenza che ha ispirato anche la scelta della musica della serata di Lunare Project in un mix fino al ‘97 e soprattutto l’inedito «Yo soy la moda», proiettato su tre schermi scomposti, di Grazia Raimo dei Safylle, Pippo Cyborg-Dub Master e il rapper napo-dominicano Marvin Florian, detto El Koyote: dissing virtuoso in chiave musicale in continuità con il concept della mostra. Dopo filari di manichini, con accanto l’equivalente artistico, costeggiati dagli acquerelli di Bruno Gianesi e Manuela Brambatti, i designer cari a Gianni Versace, isolata sullo sfondo si scorge la corta tunica in oroton o metalmesh, materiale inventato dallo stilista ispirato alle cotte dei pancerni e ai guanti degli ostricari: maglia metallica snodata con le sembianze di seta dorata che segnò l’innovazione dopo gli abiti in tasselli metallici di Paco Rabanne. Il percorso continua con i ritratti di Naomi Campbell, Linda Evangelista e Gianni Versace di Ilian Rachov e Marco Abamondi e foto su tela di Edoardo Tranchese. Nel giardino antistante una scultura in stile optical che ritrae Versace del brasiliano Marcos Marin, uno dei tre ritrattisti ufficiali della famiglia Ranieri (da Grace Kelly ad Alberto di Monaco).
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Il Mattino