In Rete è diventato virale, in poche ore. Sei minuti di Antonio Bassolino casa per casa. Anzi in una casa popolare di un palazzo di piazza Dante, con una mezza dozzina di...
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È la strategia dell’ascolto mostrata nella sua essenza: il rapporto diretto con la città che l’ex-sindaco, per ora unico competitor ufficiale del Pd alle Comunali (quindi ben oltre le Primarie), sta intessendo da quel 21 novembre, quando gli sono bastate due parole, «mi candido», per cominciare una fuga da lepre, con il suo stesso partito che non riesce a trovare chi lo insegua e eventualmente lo batta. Tutto sembra procedere senza scosse, per Bassolino: #andiamoavanti è il suo hashtag, Facebook la sua palestra di comunicazione senza intermediari («post dopo post»: l’ultimo sulla Reggia di Caserta dove stamattina arriva Matteo Renzi).
Non si ferma un giorno e per oggi, dopo la prima uscita da candidato a San Giovanni a Teduccio e dopo l’ufficializzazione della candidatura alla Fondazione Chiaromonte, a via Toledo, è annunciato il grande evento del teatro Sannazaro che si riallaccia idealmente alla presentazione delle sue «Dolomiti» nel Foyer del San Carlo, quando, in una sala zeppa di vecchi e nuovi sostenitori si capì (e lo capì lo stesso Bassolino) che un ritorno era possibile, la strada era praticabile, la sfida, quale sarà poi a giugno il risultato, valeva la pena intraprenderla. Così, alle 16, nel teatro di via Chiaia, Bassolino punta a incontrare tutti i pezzi della città. «Lavoratori, borghesia, gente semplice, mondo della cultura» spiega.
«Non le due città divise, ma le mille città che devono finalmente diventare una sola, per cominciare a intravedere un futuro migliore». Campagna elettorale classica, senza mediazioni, quindi. Ci sarà il partito democratico? Sono stati invitati i consiglieri regionali, i parlamentari italiani del Pd, gli eurodeputati. E tra loro potrebbe esserci, da quello che si legge e si scrive, qualche suo avversario alle primarie. Insomma, il partito (anche quello che lo sta vivendo come un tormentone, un intruso, un avversario) non dovrebbe marcare visita. Ma l’ex-sindaco insiste: «Io cerco di parlare alla città, attorno a me voglio la città, perché mi sono candidato per fare il sindaco di Napoli non solo per vincere le primarie». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino