Laura Lieto assessore all'urbanistica: «Napoli può rinascere con l'aiuto dei privati»

Laura Lieto assessore all'urbanistica: «Napoli può rinascere con l'aiuto dei privati»
Parla soppesando ogni vocabolo, eppure dalle sue parole tracima un encomiabile entusiasmo: Laura Lieto è nuovo assessore all'urbanistica, idee concrete e modi diretti....

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Parla soppesando ogni vocabolo, eppure dalle sue parole tracima un encomiabile entusiasmo: Laura Lieto è nuovo assessore all'urbanistica, idee concrete e modi diretti. Docente ad architettura alla Federico II, insegna Urbanistica, tiene un corso di teorie dell'Urbanizzazione, la sua attività di ricerca si spinge su un terreno assai caro al sindaco Manfredi, la progettazione inclusiva in aree di conflitto sociale. Insomma, è una che sa di cosa parla quando affronta l'argomento delle periferie che appare centrale per la nuova amministrazione comunale.

Il tema ricorrente è quello del «c'è bisogno di tutti: l'amministrazione, da sola, non può fare ogni cosa». La chiacchierata è lieve, mai aspra, con quelle punte di linguaggio accademico che raccontano i lunghi anni di studio in Italia e all'estero. Su un solo punto Lieto diventa ferma, decisa e inespugnabile: «Si parla solo di cose reali, i faremo, i realizzeremo, li lasciamo fuori. Su questo siamo in totale accordo con il sindaco Manfredi, noi non facciamo proclami, parliamo solo della realtà». 

Se il nuovo assessore all'urbanistica non può parlare di progetti, allora di cosa parla?
«Di una città che deve venir fuori da un lungo torpore, che deve essere capace di rialzare la testa, trovare nuovi stimoli e grandi idee».

Questa sembra filosofia, Napoli invece ha bisogno di concretezza.
«Napoli ha bisogno di tanto. Abbiamo idee precise e inizieremo a intervenire dai luoghi dove c'è maggiore necessità ma, insisto, non starò qui a fare un elenco».

Allora partiamo da qualcosa di concreto, dal lungomare di San Giovanni a Teduccio, progetto già trapelato.
«Ecco, San Giovanni è la rappresentazione fisica di quel che può accadere in ogni area della città. L'innesto delle strutture universitarie e di ricerca ha già dato nuovo impulso a tutto il quartiere. E ci impegneremo per dare nuova linfa anche all'area costiera che è, anzi diventerà, un gioiello».

Percorsi ciclopedonali, grandi spazi, e poi?
«E poi quegli spazi vanno riempiti di iniziative, ma anche di strutture adeguate».

Cioè lei immagina, ad esempio, un grande albergo su quell'area, magari negli spazi della ex Corradini?
«Perché no? Guardi che se un progetto è adeguato e consente di rivitalizzare un'area va accolto a braccia aperte. Ovviamente c'è bisogno di qualcuno che ci creda, che sia disposto a investire».

Quindi sareste favorevoli ad iniziative di privati.
«Chiariamo un punto. Ci sono momenti in cui si deve necessariamente far ricorso al supporto del privato, non si può pretendere che ogni cosa finisca sulle spalle del pubblico: dalle iniziative imprenditoriali alla gestione dei parchi e del verde».

Per cui lei sarebbe favorevole, ad esempio, ad affidare la Villa Comunale a un'associazione?
«Ritengo che non debbano esserci limiti alle possibilità di collaborazione: se l'amministrazione non riesce ad arrivare a un risultato è giusto che chieda, e ottenga, un sostegno».

Ipotesi dirompente in una città che sembra mal sopportare queste iniziative.
«Non la penso così. Se i cittadini si rendono conto che certe cose sono utili non protestano, anzi sostengono le iniziative, anche quelle private».

L'attenzione alle periferie è nota, però il centro non se la passa mica bene? Se Napoli deve rinascere sul turismo occorrono interventi urgenti anche al Centro Storico.
«Abbiamo progetti anche per quell'area che, attualmente, è già in grande attività grazie al progetto Unesco».

Forse non bastano i grandi progetti, bisogna intervenire sul tessuto della Napoli turistica.
«In realtà è necessario costruire da zero un progetto sulla Napoli turistica perché fino ad oggi non c'è stato. Se è vero che la città può ricostruirsi grazie ai visitatori, allora bisogna creare progetti a lungo termine».

Anche qui pensa ad iniziative private nel settore alberghiero?


«Non è questo ciò che voglio dire, anche se ribadisco che potrebbe essere utile. Penso che sia giusto affrontare la questione nella sua interezza a partire dai bed and breakfast, il cui numero cresce a vista d'occhio, per finire alle offerte culturali che devono essere mirate, ben presentate, passando per la sicurezza che è il perno dell'accoglienza e per i trasporti che ne sono linfa vitale. Insomma, non è una questione che si affronta nel chiuso dell'ufficio dell'assessore all'urbanistica ma un progetto che deve coinvolgere tutta la Giunta e, soprattutto, l'intera città». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino