Mergellina, le mani della camorra sui moli: c'è l'assalto dei boss imprenditori

Mergellina, le mani della camorra sui moli: c'è l'assalto dei boss imprenditori
I camorristi hanno un olfatto sopraffino e il profumo dei soldi li porta sempre più verso Chiaia. Dopo il Vomero e l'Arenella, proviamo a capire chi, come e dove sta...

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I camorristi hanno un olfatto sopraffino e il profumo dei soldi li porta sempre più verso Chiaia. Dopo il Vomero e l'Arenella, proviamo a capire chi, come e dove sta cercando di mettere le mani su quel tesoretto rappresentato dalle attività commerciali del salotto buono di Napoli. Dai risto-pub alla grande distribuzione alimentare, dai moli alle pizzerie, passando per quella che è la meta consacrata per il popolo della movida: la zona dei baretti.


L'ALLARME
Dietro la grande corsa agli affari sulle zone del lungomare e delle scintillanti vie delle boutique c'è, naturalmente, la riqualificazione di un quartiere che ha raggiunto il proprio punto più alto grazie alla riqualificazione del tratto stradale compreso tra piazza Vittoria, via Partenope e Santa Lucia. Un boccone troppo ghiotto per chi dispone di tanto denaro, e soprattutto per chi ha bisogno di «ripulirlo». Ed è tra il lungomare «liberato» e i vicoletti del by night, passando per l'angolo magico di Mergellina che si è dato il via al grande banchetto.
Così come per il Vomero, Chiaia diventa il terminale utile per i più importanti e strutturati clan di camorra: per quel paio di famiglie criminali che possono disporre di ingenti capitali, quasi sempre frutto del traffico di droga. Quando si parla dei soldi e dei guadagni illeciti derivanti dagli stupefacenti bisogna ricordare le cifre: recenti indagini e sentenze hanno confermato che il traffico e lo spaccio di hashish, marijuana, cocaina ed altro rappresentano il più stratosferico business: a Secondigliano la scoperta di alcuni «libri mastri» riconducibili al clan Di Lauro confermarono come in un solo mese la piazza del Rione dei Fiori fosse riuscita a incamerare 870mila euro.

L'ASSALTO
Per non parlare delle casse delle cosche del centro storico - Contini e Mazzarella - e di quel monolite nero di camorra che resta il cartello composto dai Licciardi e dai Mallardo, che mai hanno smesso di alimentare il sogno espansionistico - in termini di reinvestimento e di riciclaggio - verso i quartieri bene della città: zone nelle quali non si spara, non si compiono stese, non si ammazza, e proprio per questo ideali per piantarci le bandierine.

BOSS MANAGER

A raffinare il sogno di gloria grezzo dei camorristi ci pensano ovviamente intermediatori, ragionieri, broker finanziari e persino qualche commercialista scaltro: se ne trova sempre qualcuno disponibile quando la posta in gioco si fa pesante. Ma torniamo a Chiaia. Storicamente il quartiere è stato saldamente nelle mani dei Piccirillo-Frizziero (zona della Torretta), gli Strazzullo (Chiaia) e gli Innocenti (area di Salita Vetriera). Recentemente qualche meccanismo che regolava gli equilibri deve essersi però incrinato, come dimostrano le stese che hanno fatto ripiombare nella paura la Torretta e i suoi vicoli. Proprio su Mergellina e su alcuni investimenti commerciali legati alla ristorazione si soffermano gli investigatori, allertati da qualche segnale che indicherebbe come alcuni gruppi della zona di Secondigliano abbiano deciso di puntare sulla gestione dei moli. Tanto per farsi un'idea dell'anarchia che regna in questo settore basterà ricordare che un anno e mezzo fa i carabinieri scoprirono un consorzio di operatori nel settore degli approdi nautici che occupava abusivamente uno specchio d'acqua eccedente di 230 metri quadrati rispetto allo spazio autorizzato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino