«Caro Babbo Natale, fa' tornare a lavorare papà»: la struggente lettera della figlia di un cassintegrato

«Caro Babbo Natale, fa' tornare a lavorare papà»: la struggente lettera della figlia di un cassintegrato
Pomigliano. Giusy Manna, 21 anni, di Marigliano, figlia di Francesco, 46 anni, un operaio della Fiat, cassintegrato da sei anni di fila, tempo fa è stata costretta a prendere...

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Pomigliano. Giusy Manna, 21 anni, di Marigliano, figlia di Francesco, 46 anni, un operaio della Fiat, cassintegrato da sei anni di fila, tempo fa è stata costretta a prendere una difficile decisione: per non gravare sulle tasche del padre ha rinunciato ad iscriversi all’università.




Intanto la situazione si è fatta insostenibile in casa Manna. Con gli 800 euro della cassa integrazione anche sopravvivere è diventata un’impresa per cui Giusy, avvilita, ha preso carta e penna ed ha scritto una provocatoria lettera a “Babbo Natale”.



“Per noi ragazzi – scrive la figlia dell’operaio cassintegrato - il Natale non è più una festa celebrativa ma è una ricorrenza triste, poiché noi figli di operai cassintegrati il Natale lo vediamo solamente come una ricorrenza di tasse e non di regali. Babbo Natale – l’appello di Giusy - basta con le promesse che ormai ci fai da tanti anni, noi vogliamo un solo ed unico regalo: che i nostri genitori rientrino a lavorare affinché noi figli possiamo avere una vita dignitosa, senza false speranze!”.



La mamma di Giusy Manna è casalinga. Anche suo fratello, Nicola, di 19 anni, dopo aver terminato gli studi all’istituto superiore ha rinunciato a iscriversi all’università.



“Non possiamo andare avanti con il salario della cassa integrazione – aggiunge la ragazza – e sfido i politici e i padroni della Fiat ad andare avanti con queste briciole ”. Il papà di Giusy, Francesco Manna, è un operaio del reparto logistico Fiat di Nola, trasferito nel 2009 insieme ad altri 300 colleghi dal grande stabilimento automobilistico di Pomigliano. Per loro da allora c’è stata solo cassa integrazione. Di recente la Fiat e i sindacati firmatari dell’accordo Panda hanno siglato un'intesa finalizzata al reimpiego di questi operai. Un ritorno in fabbrica che nelle previsioni si sarebbe dovuto completare entro questo mese.



“Ma papà non è rientrato – racconta Giusy – e come lui non sono rientrati tanti altri suoi colleghi ”. “ Il reimpiego dei lavoratori di Nola – spiega intanto Luigi Mercogliano, segretario regionale della Fismic – sarà graduale ma inesorabile: l’azienda non può non applicare un accordo sottoscritto con i sindacati. Del resto – specifica Mercogliano - una parte dei lavoratori di Nola è stata richiamata per corsi di formazione finalizzati al ritorno al lavoro, sia pure parziale, per il momento”.



Ma c’è chi a Pomigliano sta affilando lo stesso le armi della protesta. Domenica prossima il Comitato Mogli Operai Fiat ( sono circa duemila i dipendenti di Pomigliano in contratto di solidarietà e che lavorano mediamente una sola settimana al mese ) darà il via al “Contro Natale dei bimbi ”, una manifestazione in polemica con la distribuzione annuale, da parte dell’azienda, dei regali natalizi ai figli dei dipendenti. Distribuzione che avviene all’interno dello stabilimento automobilistico produttore della Panda.



“Al Contro Natale – anticipa Vittorio Granillo, leader del sindacato Slai Cobas di Pomigliano – parteciperà il gruppo di musica popolare “ E’ Zezi ”, che in questo momento sta incidendo una canzone per la protesta di domenica. Nel frattempo – annuncia ancora il sindacalista – ci stiamo preparando a portare in tribunale la Fiat e le istituzioni, regionali e nazionali, a causa dei troppi annunci fasulli fatti dall’azienda e degli altrettanto inutili finanziamenti pubblici erogati, per esempio, dalla Regione Campania ”.



La situazione produttiva e occupazionale del comparto automobilistico napoletano non è delle più rosee. Pomigliano è l’unica fabbrica monoprodotto italiana, dove si realizza la sola Panda, che non riesce a garantire il pieno utilizzo dei 5mila addetti di Pomigliano e di Nola e dei circa 700 lavoratori della Marelli ex Ergom di Poggioreale, addetti di Poggioreale che peraltro non sono più impegnati nelle produzioni di Pomigliano da quando la Fiat ha cessato le produzioni Alfa Romeo 159, 147 e Gt.







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Il Mattino