Gli ultimi nomi da inserire uscirono dal computer di Gennaro Mola, da un archivio riservato di notizie sensibili, per finire su un pezzo di carta. Un «foglietto...
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Un caso che venne svelato dal Mattino lo scorso gennaio, che ruota attorno alla lista «Napoli Vale Valeria Valente sindaco», vale a dire la principale lista civica che sosteneva la corsa della leader Pd a Palazzo San Giacomo alle ultime comunali. Stando alla ricostruzione giornalistica, poi confermata dalle indagini di questi giorni, quasi un quarto dei nomi dei candidati venne inserito ad insaputa dei candidati stessi. È in quest'ottica, che gli inquirenti riportano i nomi dei nove candidati posticci, presi a caso da una sorta di archivio a disposizione dello staff elettorale. Altre anomalie sarebbero rinvenute nel corso delle indagini anche per quanto riguarda le sottoscrizioni alle liste per la municipalità. Ma restiamo alla lista «Napoli Vale».
Scrive il pm Buda a proposito di Mola e del suo principale collaboratore: «Vardaro compilava materialmente i Modelli, su specifica indicazione di Mola che gli forniva i nominativi dei candidati, scritti a mano su foglietti volanti, formavano così nove Modelli di dichiarazione di accettazione di candidatura alla carica di consigliere comunale per il comune di Napoli alle elezioni del cinque giugno del 2016». E ancora: «Dopo la redazione, Mola sottoponeva i modelli sopra indicati al consigliere comunale autenticatore Salvatore Madonna che, in calce, ed in assenza dei candidati, senza che queste persone siano mai state interpellate, né messe a conoscenza della propria candidatura». Difeso dal penalista Carlo Di Casola, Madonna ha respinto nel corso di un interrogatorio alcun interesse a falsificare i modelli, dicendo di aver agito sull'onda della fretta dettata dall'esigenza di chiudere le liste al fotofinish. Difeso dal penalista Bruno Von Arx, Mola ha sostenuto in questi mesi un lungo interrogatorio dinanzi al pm, rivendicando la correttezza della propria condotta, dicendosi convinto di poter dimostrare la propria innocenza nel corso del seguito del procedimento. Anche gli altri indagati, difesi tra gli altri dal penalista Ugo Raja, confidano nella possibilità di sostenere la correttezza del proprio lavoro. Restano agli atti le indagini della Finanza, che puntano dritto sull'archivio Mola: «Quattro nomi sono stati estrapolati all'ultimo momento dal Mola dal proprio computer e scritti su un foglietto volante», in un passaggio di informazioni e notizie «sensibili» destinato a finire al centro del processo listopoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino