Lockdown a Napoli, l'appello del prefetto Valentini: «Tenuta sociale a rischio, ognuno faccia la sua parte»

Lockdown a Napoli, l'appello del prefetto Valentini: «Tenuta sociale a rischio, ognuno faccia la sua parte»
Napoli in un nuovo lockdown. I rischi legati alle infiltrazioni delle proteste di piazza e ad una camorra già in movimento per sfruttare le esigenze delle fasce sociali...

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Napoli in un nuovo lockdown. I rischi legati alle infiltrazioni delle proteste di piazza e ad una camorra già in movimento per sfruttare le esigenze delle fasce sociali più deboli ed esposte alla crisi economica. E, sullo sfondo, la tenuta dell'ordine pubblico. «Stiamo entrando in una fase importante e delicata - dice al Mattino il prefetto Marco Valentini - e temiamo che sulla vulnerabilità sociale possano intervenire fattori di destabilizzazione da parte di chi da sempre approfitta delle situazioni di emergenza. Questo non ci impedisce un ragionevole ottimismo sull'evolversi della situazione, purché ciascun attore sociale faccia responsabilmente la propria parte. La Prefettura tiene aperte le sue porte, ascoltando chiunque. Ci sta particolarmente a cuore la salvaguardia dei livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti sociali, la cui tutela compete allo Stato. Chiunque chiede aiuto deve ricevere una risposta tempestiva, in primo luogo dagli apparati esistenti per gestire le emergenze».

Andiamo incontro a un nuovo periodo di rigore e sacrifici. Che cosa è giusto dire ai napoletani in questo momento?
«Le nuove restrizioni rappresentano una scelta dolorosa ma indispensabile. La zona rossa è stata dichiarata sulla base di rigorosi dati scientifici, sui quali il ministero della Salute ha poi assunto le sue decisioni».

Su quei dati è esplosa anche più di una polemica.
«Non mi sento di fare commenti, se non che questi sono giorni difficili e caratterizzati da una forte pressione. Anche in buona fede si possono commettere errori, ma per principio sono convinto del senso di responsabilità di chiunque gestisca una materia tanto delicata».

Quali sono adesso le situazioni che devono preoccupare di più?
«Occorre monitorare giorno per giorno quel che accade, evitando che sulla vulnerabilità e fragilità sociale si saldino interessi illeciti e strumentalizzazioni».

Teme proteste di piazza?
«Il diritto a protestare e a dissentire sono più che legittimi in democrazia e le forze dell'ordine ne sono garanti, quando si svolgono in forma pacifica e ordinata. Diverso è il pericolo, che avvertiamo, che sui disagi delle persone si infiltrino la criminalità organizzata, l'estremismo violento o persone in condizioni di marginalità sociali spinti dalla disperazione al ribellismo violento. È fondamentale che le categorie più esposte siano sostenute velocemente con adeguate misure, come il Governo ha fatto e continuerà a fare».

Quali sono oggi i fattori di rischio più preoccupanti?
« La prima preoccupazione, riguarda il contenimento dell'epidemia, attraverso il rispetto delle misure e delle precauzioni. Sul versante della sicurezza, nell'ultimo Comitato ne abbiamo discusso con i vertici delle forze dell'ordine, che svolgono un ruolo delicato e fondamentale e vivono a loro volta un momento di forte pressione. Teniamo conto che devono fronteggiare - oltre all'impegno per assicurare il rispetto delle misure anti-Covid- i loro compiti che nel nostro territorio sono particolarmente gravosi. Dunque è necessario che ciò che è accaduto settimane fa a Santa Lucia, una vera guerriglia urbana, non abbia più a verificarsi».

E che segnali avete sulla camorra?
«La criminalità organizzata è uno degli attori che può' gettare benzina sul fuoco di proteste legittime. È lecito pensare che i clan tornino alla carica proponendo il loro welfare; ma i camorristi non sono dei benefattori ed anzi cercano il consenso solo per far prosperare i loro sporchi affari. Sono i veri nemici delle persone che fingono opportunisticamente di sostenere. Nostro dovere è impedire che ciò avvenga, con lo strumento della coesione sociale. Ove si realizzasse una saldatura tra mafie, estremismo violento e marginalità' sociale saremmo in presenza di un rischio eversivo per la nostra democrazia. E' proprio nei tempi di crisi che la democrazia gioca la sua partita più importante, praticando inclusione, partecipazione, solidarietà, attraverso l'esercizio consapevole dei doveri costituzionali da parte di tutti».

Eppure le scene viste il 23 ottobre potrebbero ripetersi...
«Quella sera è suonato un campanello d'allarme per intensificare attività informativa e vigilanza. La magistratura sta facendo il suo lavoro di accertamento dei fatti. Nei prossimi mesi l'emergenza economica peggiorare, perché è sul medio termine che ricadranno gli effetti della crisi economica e sociale. Ma io sono moderatamente ottimista e credo nel senso di responsabilità e nella matura consapevolezza della città. Mi lasci citare l'esempio degli operai della Whirlpool, che ad oggi hanno saputo dare forma di grande dignità al loro disagio e alla loro difesa del posto di lavoro. Un esempio per tutti».

Torniamo all'emergenza sanitaria. Arriveranno rinforzi da Esercito e Protezione civile?


«Ad oggi non mi è nota alcuna decisione di questo tipo da parte del Governo che, nonostante siano circolate voci di un impegno in tal senso, ha evidentemente al momento ritenuto sufficiente per la Campania dichiarare la sussistenza delle condizioni di zona rossa». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino