Strana mossa quella di Luca Materazzo: sabato mattina scrive alla Corte di Assise di appello, per comunicare ai giudici la sua decisione di rinunciare a tutti i motivi di appello,...
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Detenuto da oltre due anni, Luca ha sempre avuto un contegno positivo e costruttivo verso compagni di detenzione, assistenti sociali, agenti di polizia penitenziaria. Chi lo ha incontrato in questi mesi, ha raccontato della sua capacità di porsi al servizio degli altri detenuti, quelli meno fortunati, che non hanno avuto la possibilità di studiare e fare scelte in autonomia. Laureato in Giurisprudenza, iscritto all'albo dei praticanti avvocati, prossimo a sostenere il concorso notarile, Luca ha anche fornito le proprie competenze agli altri detenuti, mostrandosi solidale verso le altrui esperienze di detenzione. Di scarso rilievo (e probabilmente frutto di momenti di comprensibile disperazione) alcune denunce fatte a voce, a proposito di non meglio chiarite minacce di morte che avrebbe subìto in cella: momenti di disperazione confidati ad assistenti sociali e formatori in servizio a Poggioreale, ma rimasti privi di riscontri. Parole ritenute di scarso peso, che probabilmente rientrano nel mondo di Luca Materazzo, di Luchino di viale parco Margherita, di Lucario (l'eroe dei fumetti da piccolo) e dell'imputato condannato all'ergastolo che si diceva vittima di un complotto e che oggi sembra rinunciare a tutto, con due righe in un telegramma tutto da approfondire. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino