«Luigi da poco diciottenne, presumibilmente: senza aver mai lavorato, senza aver soldi da parte, senza aver un mezzo e a quanto pare senza grandi amicizie, come avrebbe...
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Intanto sua madre e il compagno hanno cambiato abitazione: hanno abbandonato la casa dove viveva anche Luigi, trasferendosi a Pompei. Più volte la donna ha partecipato a trasmissioni televisive lanciando appelli per ritrovare suo figlio, ma lo scenario si è sempre presentato complesso. Il ragazzo nell'ultimo periodo mostrava sofferenza per più motivi: bulli che lo prendevano in giro e patrigno che, a quanto da lui riportato nella denuncia presentata ai carabinieri, lo molestava. Cosa sarà davvero accaduto quella notte del 12 febbraio? Luigi è uscito di casa alle due di notte e nei pressi di Vico Equense è stato fermato da una pattuglia delle forze dell'ordine a cui ha spiegato che stava andando a pescare. In realtà si è poi recato a casa dello zio Franco, nella zona collinare. «Portami via, se resto qui mi uccidono, mi vogliono morto» le parole che avrebbe detto al fratello del padre. Poi è tornato in strada, facendo perdere definitivamente le proprie tracce.
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In questi anni le forze dell'ordine e i volontari della protezione civile, coordinati dalla Prefettura di Napoli, hanno scandagliato ogni angolo della costiera nella speranza di trovare Luigi. A cominciare da Bonea, frazione dove risiede lo zio Franco e dove il 18enne metese è stato visto per l'ultima volta, per finire nella zona del ponte di Seiano, luogo spesso scelto per i suicidi. I carabinieri hanno cercato anche a Napoli e dintorni, dove alcune persone avevano riferito di aver visto il ragazzo. Ma nulla di concreto è emerso. Tra le piste seguite dagli inquirenti, la più credibile è sempre stata quella dell'allontanamento volontario. Ma i problemi che aveva in famiglia non sono stati sottovalutati. «Da circa due anni sono vittima di minacce e ingiurie nonché di un vero e proprio comportamento persecutorio da parte di G., compagno di mia mamma Fulvia» aveva affermato Luigi in una denuncia depositata in caserma. E intanto sulla pagina Facebook gli amici non perdono la speranza: «Luigi, stiamo aspettando tue notizie. Se ci leggi, facci sapere che stai bene».
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Il Mattino