Rispetto delle regole, insegnamenti di vita, lealtà, solidarietà, amicizia: sono questi i principali valori dello sport. E il judo li sintetizza tutti. Parola di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sembrava uno dei tanti, molte belle parole, sorrisi, foto ricordo, poi ognuno per la sua strada. Invece no. Mentre raccontava i suoi esordi sportivi in un contesto difficile come Scampia, Maddaloni fu interrotto da uno dei bambini. Che con molta spontaneità, e con un filo di sconforto, disse che pur condividendo i messaggi e comprendendo l'importanza dello sport quale alternativa alla strada, lui non avrebbe saputo quale disciplina praticare e dove, visto che a Casandrino c'è un campo sportivo ridotto a discarica e dei due impianti di nuoto esistenti uno era trasformato in un supermercato e l'altro era diventato isola ecologica di rifiuti speciali. Osservazioni che toccarono profondamente il campione, che d'intesa con altri suoi colleghi del gruppo sportivo della polizia decise allora di tornare a Casandrino. D'accordo con la dirigente scolastica, Amalia Sciorio, divenuta prima tifosa di questo progetto, diede vita a un protocollo d'intesa per l'utilizzo della palestra del plesso di via Chiacchio dove insegnare judo ai ragazzi. Struttura a sua volta non nelle condizioni ottimali per poter ospitare i corsi di arti marziali. E così nei mesi scorsi Pino Maddaloni, tra non poche difficoltà di ordine burocratico, insieme ad altri colleghi della polizia ha deciso di ripulirla e ritinteggiarla, prima di dare inizio alle attività. Due poliziotti della Fiamme oro e un collaboratore dell'istituto, con la supervisione del campione olimpico, armati di secchi e pennelli hanno ridato colore alle pareti.
Terminati i lavori e iniziato l'anno scolastico, Maddaloni ha avviato la fase di reclutamento, organizzando un primo incontro con i ragazzi. Ad affiancare il judoka, che nel 2004 è stato insignito dall'allora presidente della Repubblica Ciampi dell'onoreficenza di commendatore, altri due atleti delle Fiamme Oro, Luca Marmo e Ignazio Capezzuto, più volte campioni italiani. E ci saranno anche loro, oggi pomeriggio alle 16 nella palestra dell'istituto in via Chiacchio, a incontrare i genitori dei ragazzi, un incontro che avrà il sapore di una festa di inaugurazione. I corsi di judo, riservati esclusivamente agli alunni della scuola primaria e secondaria della Marconi-Toriccelli, si terranno il martedì e il giovedì pomeriggio. E dall'entusiasmo percepito sin dal primo briefing allargato, c'è da scommettere che sarà un po' difficile contenere le adesioni degli alunni, consapevoli di avere come maestri tre campioni. «Il judo è uno sport diverso dagli altri, molto più completo, è una scuola di vita: non serve ad allenare solo il corpo, ma anche a fortificare lo spirito, a crescere intellettualmente. Insegna a vivere, ad accettare la sconfitta, a cadere, ma anche a sapersi rialzare, più forti di prima; a rispettare l'altro non solo sul tatami: prima di cominciare il combattimento bisogna salutare l'avversario; a controllarsi e gestire le proprie energie; a misurarsi con se stessi e sviluppare il coraggio; a valorizzare l'amicizia, la lealtà, la solidarietà; ad onorare il maestro e le persone più grandi. Solo con questi esempi e con questi modelli è possibile immaginare una società migliore» ha detto l'altro giorno Maddaloni nella palestra rimessa a nuovo, rivolgendosi a tutti i ragazzi seduti per terra intorno a lui. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino