Dimenticate «Ammore e malavita». Il «Mafia tour» è una proposta che punta al business e niente più, non è la sceneggiata napoletana da...
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Vittorio Cuomo, la guida, indica subito un blindato dell'esercito. «Tutta la città è più sicura», dice con convinzione. Poi il 26enne chiarisce la differenza tra mafia e camorra («All'estero non fanno distinzioni, per questo l'iniziativa si chiama Mafia tour») e sostiene che «qui i clan danno fastidio a tutti, anche ai piccoli, cosa che non accade nei paesi siciliani, perché la popolazione è più numerosa». Ci sono, insomma tante, troppe bocche da sfamare. E non manca, sotto la statua di Garibaldi, qualche cenno all'unità di Italia con indicazione esatta della data. L'itinerario prosegue tra i vicoli, nell'ex mercato della Maddalena, un simbolo della centrale del falso. «Alle vendite provvedono gli immigrati, i capi locali non ci mettono la faccia», sostiene Cuomo, che in via Annunziata tira dritto tra cumuli di rifiuti ed entra a Forcella, dove è raffigurato Maradona su un muro, e il giovane ricorda i rapporti tra il calciatore con i rais degli anni Ottanta. Passa vicino a una bancarella che vende sigarette di contrabbando senza notarla, spiega che «non avvengono più tanti omicidi, ma le stese: gli avvertimenti». Supera poi la biblioteca dedicata ad Annalisa Durante, vittima innocente di uno scontro tra clan, e ammette di non sapere che quello spazio è un luogo di rinascita gestito dal papà della 14enne, una delle voci d'indignazione che si leva per l'iniziativa.
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Ad Airbnb il sindaco chiede la rimozione dell'annuncio e riporta un verso di de André per dire: «Dal letame nascono i fiori, dalla mafia nasce solo morte». All'indirizzo del portale scrive pure Flavia Sorrentino, a nome dello sportello Difendi la città: «La dignità è lesa», accusa. «Chi vuol lucrare vendendo un'immagine stereotipata di Napoli, legata alla camorra, dovrebbe vergognarsi», afferma il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli. Per le associazioni attive nei quartieri inseriti nell'itinerario, Forcella e le altre zone indicate «sono altro». «È fuori luogo promuovere visite turistiche per riscoprire le orme della malavita e del malaffare», interviene Antonio Lucidi, vicepresidente de L'Altra Napoli -. Qualcosa sta cambiando, ma non tutti se ne sono accorti». «L'intento non è offensivo o forse è la cronaca che offende?», replica Cuomo che argomenta: «Come fanno al tg, racconto cosa è accaduto e cosa accade. Rispondo alle domande della gente, a quello che vuole sapere. E parlo anche del picco di denunce e di come la città è cambiata in meglio». E, se i clan finiscono pure al centro di documentari internazionali, «perché io che vivo in città non posso guadagnare 25 euro?» Il giovane decide comunque di modificare l'annuncio sul web, che è solo l'ultima sua trovata per sbarcare il lunario. «Dopo il Boat tour e il Vespa tour», spiega. Vittorio, in realtà, è un pizzaiolo, un emigrante di ritorno. «Ho vissuto in Australia, negli Stati Uniti, e in tanti altri posti», riferisce, mostrando lo smartphone come prova, e un'email che dimostra che è in procinto di ripartire per lavorare in una compagnia aerea. «Sono incensurato, altrimenti non mi avrebbero preso», precisa il ragazzo di San Giovanni a Teduccio che proviene da una famiglia di infermieri. Ma papà, il boss, «non sa nulla dell'iniziativa». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino