L'imprenditore del Magic World in trappola: ecco perché hanno ucciso Basile

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Giugliano. Un mazzetto di fiori di campo appoggiati sulla coperta utilizzata per coprire il cadavere. È l'unica cosa che resta di martedì mattina quando è stato trovato il corpo senza vita di Cesare Basile, il 68enne socio fondatore del parco acquatico Magic World, ucciso con tre colpi di pistola. Le indagini degli agenti del Commissariato di polizia di Giugliano, coordinati dal primo dirigente Pasquale Trocino, proseguono senza sosta. Anche ieri sono stati ascoltati altri parenti e conoscenti dell'imprenditore edile.



Si tenta di ricostruire quanto è accaduto dalle 10.30 alle 11.30, orario in cui è stato rinvenuto il cadavere in una stradina sterrata di via Domiziana. Gli inquirenti vogliono capire per quale motivo e chi ha ucciso Basile.







Tutte le piste sono al vaglio e nessuna, per ora, è stata accantonata. Quella più accreditata, viste le modalità, è quella che porta alla criminalità organizzata e ai ricatti in affari: le indagini sono coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia con il procuratore aggiunto Filippo Beatrice. Tutta l'indagine parte da quel viottolo anonimo, largo poco meno di due metri, situato tra i campi coltivati a est della Domiziana. Tre colpi di pistola, una calibro 22, esplosi a distanza ravvicinata che non hanno lasciato scampo. Tre fori ben visibili, uno al collo e altri due al volto: un quarto proiettile, invece, è stato rinvenuto inesploso.



Basile, secondo quanto accertato dagli investigatori della polizia, probabilmente è arrivato lì nell'auto degli stessi killer. Aveva un misterioso appuntamento ed è salito a bordo dell'auto di persone che conosceva, fuori al bar Trinchillo, distante poco più di un chilometro da dove è avvenuto il delitto.

Se si tratta di omicidio di camorra, tuttavia, gli inquirenti dovranno accertare chi e quale organizzazione criminale, e per quale motivo, ha deciso la morte dell'imprenditore, un professionista conosciuto in città e non solo. E di certo un delitto del genere non può avvenire, secondo le logiche della camorra, senza il consenso o il permesso del clan dominante nell'area. Bisognerà capire il movente e accertare se si tratta di questioni legate agli affari e dunque al mondo dell'edilizia. Ipotesi che non sbarrano le porte ad altre piste.











La modalità efferata lascia spazio anche a ipotesi di un omicidio di impeto, scaturito forse durante una discussione durata pochi minuti e sfociata nel sangue, una sorta di avvertimento che poi è degenerato con la morte del 68enne. Al vaglio della polizia anche i conti correnti, le movimentazioni bancarie, le frequentazioni e gli ultimi appuntamenti che la vittima aveva in agenda o che erano a conoscenza dei suoi più stretti collaboratori o parenti. I familiari dicono di non avere nulla da dire. In giornata verrà nominato il perito di parte per l'autopsia, esame che si potrebbe tenere tra oggi e domani per poi dissequestrare la salma e permettere ai familiari di eseguire i funerali.



Cesare Basile era una figura nota nel mondo imprenditoriale giuglianese. Lascia quattro figli, due nati durante il primo matrimonio e altrettanti nel secondo. Le sue attività economiche si erano concentrate oltre che a Varcaturo e Licola anche tra la zona collinare di Napoli e Ischia. Negli anni scorsi, nel 2003, si era candidato come sindaco con la lista civica «Giugliano lido» e riuscì a entrare in Consiglio comunale. In città Cesare Basile era molto conosciuto, come i suoi fratelli e il cognato, attuale manager del Cardarelli. Un delitto che ha lasciato in molti senza parole, allibiti dall'atrocità dell'esecuzione.



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