Manfredi sindaco di Napoli, è gelo con De Luca dal Capodanno ai debiti

Manfredi sindaco di Napoli, è gelo con De Luca dal Capodanno ai debiti
Cambiano i sindaci, ma il rapporto tra Regione e Comune resta tormentato in questa epoca segnata dalla presidenza di Vincenzo De Luca all'ente di Santa Lucia. A due mesi dalla...

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Cambiano i sindaci, ma il rapporto tra Regione e Comune resta tormentato in questa epoca segnata dalla presidenza di Vincenzo De Luca all'ente di Santa Lucia. A due mesi dalla proclamazione a sindaco di Gaetano Manfredi, ora tocca all'ex rettore confrontarsi con il governatore e al di là delle parole di circostanza stanno emergendo difficoltà di dialogo a livello istituzionale. Toni soft, decibel a livelli minimi ma parole mai banali le repliche di Manfredi a De Luca. Sono poco più di 60 giorni che a Palazzo San Giacomo si è insediato l'ex rettore ma su diversi punti critici - come le richieste di Napoli al governo per abbattere il debito e la gestione del Capodanno - le divisioni tra governatore e sindaco sono venute a galla.

Già una decina di giorni fa De Luca provò a chiudere Napoli a Capodanno commentando i dati della pandemia per poi erogare 400mila euro all'assessorato al Turismo retto da Teresa Armato che con quei fondi della Ue ha organizzato spettacoli nelle Municipalità e il concerto di Capodanno Passione live di John Turturro. «Meglio evitare» disse De Luca 10 giorni fa. Da Palazzo San Giacomo arrivò una replica del sindaco molto pragmatica: «Non è che chiudendo le piazze la gente non scenderà in strada a brindare, meglio quindi averle aperte e controllarle». Ieri De Luca ha alzato ancora di più il tiro sul Covid: «Le feste di Capodanno? Sono sinceramente dell'opinione che è meglio evitare le occasioni di diffusione del contagio». E ancora: «Certo - aggiunge - si può fare anche una valutazione di tipo diverso, dire che le feste in piazza servono a limitare le feste al chiuso, ma forse avremmo sia le feste in piazza che quelle al chiuso, anche perché mi chiedo chi sarà in grado di effettuare controlli la notte del 31 dicembre». La sfida del governatore alla Napoli economicamente in panne che può offrire poco ai vigili urbani per tenerli in strada quella notte. Da Palazzo San Giacomo fanno sapere che «condividono la linea della sicurezza e della prudenza ma che ogni decisione al momento è precipitosa e che intanto abbiamo aderito alla programmazione regionale». Oggi alle 16,30 - tuttavia - nella sua Salerno si accenderanno le luci d'artista vanto del governatore. Non ci sarà il taglio del nastro - unica concessione alla prudenza - ma da oggi da tutto il mondo potranno arrivare turisti per ammirare quella meraviglia. Incluso l'ultimo giorno dell'anno e il primo. Divergenze, divisioni, non ancora duello come con Luigi de Magistris, l'ex sindaco, ma il livello delle relazioni tra presidente della Regione e sindaco è da monitorare. 

Anche perché su di un argomento caldissimo come quello del debito del Comune e le richieste che Manfredi sta facendo al Governo per attenuarlo, il governatore è entrato alla sua maniera. «Togliamoci dalla testa che il governo dia un miliardo a Napoli, perché poi dovrebbe dare 2 miliardi a Roma, 3 miliardi a Palermo, poi Catania, poi Torino. Abbiamo decine di Comuni rovinati». Per De Luca la ricetta per Napoli è una sola: «Serve un nuovo piano di rientro. Diamo una dilazione per quanto riguarda il debito, qualcosa del debito può essere cancellato, sarebbe un atto di solidarietà per il quale dobbiamo batterci a livello parlamentare». Si ricorderà che il miliardo di cui parla De Luca è quello che Manfredi e l'assessore al Bilancio hanno chiesto al governo sotto forma di accollo del debito. Cioè dei mutui che il Comune ha contratto con Cassa depositi e prestiti sotto forma di anticipazione di liquidità il cui tasso è fuori mercato e viaggia tra il 2 e il 4 per cento. Una norma nazionale che già esiste ed è stata utilizzata appunto da Roma e che dal primo gennaio è uno strumento al quale possono accedere gli enti locali in predissesto. Per la cronaca se il tasso di interessi di CdP fosse dimezzato dei 2,4 miliardi di esposizione di Palazzo San Giacomo verso la cassa si risparmierebbero 700 milioni. Il 2 per cento è il tasso corrente indicizzato verso l'alto di questi mutui.

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Il Mattino