Mara Carfagna ha anche il suo avatar. A definirlo è stata lei stessa, che lo ha voluto come “protagonista” della rubrica “Dillo a Mara”, che la...
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Lo “sportello virtuale” che ha le sue sembianze non resta soltanto sulla Rete: «In più di un caso sono andata personalmente a verificare quanto segnalato, ho visto coi miei occhi, sono riuscita ad intervenire, come, per esempio, attraverso alcuni ordini del giorno al momento della discussione del bilancio», aggiunge. Spesso le segnalazioni diventano anche “video inchieste” della quale la parlamentare è protagonista.
Già nel corso dell’ultima campagna elettorale l’allora candidata aveva utilizzato Facebok Live, Periscope e gli altri strumenti video dei social network per «dialogare» con gli elettori, illustrare per immagini il suo programma e la sua attività. Proprio a proposito del bilancio «fallimentare dal punto di vista delle politiche sociali» del capoluogo campano è appena stata rilasciata una breve clip: «Spieghiamo a tutti, in pochi secondi, con un linguaggio semplice, cosa accade. I social sono ormai sono una delle principali fonti dalle quali gli italiani attingono le notizie e scoprono cosa succede; in mezzo a tante bufale servono spazi di verità», aggiunge. La deputata forzista è da tempo tra i primi “produttori” di contenuti tra i parlamentari con profili social. E il cyberbullismo? «Esiste sempre, come è sempre esistito: ma c’è anche l’educazione. Quando le persone vedono che dietro alla tastiera ci sono proprio io, provano a darsi una calmata… Non c’è “casta” o distanza: il rapporto è diretto», conclude Carfagna.
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Il Mattino