Napoli, il San Paolo cambia nome: «Sarà stadio Maradona»

Napoli, il San Paolo cambia nome: «Sarà stadio Maradona»
«Due, massimo tre settimane» promettono dal Comune per cambiare il nome da San Paolo in stadio «Diego Armando Maradona». Una promessa che sottoscrive il...

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«Due, massimo tre settimane» promettono dal Comune per cambiare il nome da San Paolo in stadio «Diego Armando Maradona». Una promessa che sottoscrive il sindaco Luigi de Magistris in tutte le tivvù nazionali. Per una volta c'è l'unanimità anche del Consiglio comunale, non esiste una maggioranza e una opposizione, il Messia argentino unisce tutti. E c'è la volontà della giunta di accelerare al massimo. Ma soprattutto a spingere è un sentimento popolare fortissimo. Che ha indotto il sindaco a proclamare il lutto cittadino «nel giorno delle esequie di Diego Armando Maradona ed esposizione delle bandiere a mezz'asta negli edifici comunali, anche per le 24 ore successive alle esequie. È un figlio di Napoli che ci ha dato prestigio». E giova ricordare - per chi lo avesse dimenticato - che nel 2017 Maradona è diventato cittadino di Napoli. Fortissimo il sentimento popolare, lo è sempre stato e lo sarà sempre. Nel 2003 - per esempio - già l'allora sindaco Rosa Russo Iervolino, su proposta del consigliere comunale diessino Giuseppe Sarnataro e di tutto il Consiglio dell'epoca cercò di intitolare l'impianto di Fuorigrotta a Dieguito. Diego era ritornato a Napoli per l'addio al calcio di Ciro Ferrara e la città impazzì e si tentò il blitz. Stoppato - con una crisi della maggioranza di Rosetta con l'assessora Giulia Parente che si oppose - per una legge ancora in vigore e che risale al Ventennio in base alla quale non si possono intitolare monumenti o altro a chi è in vita. 

L'accelerata c'è perché l'iter amministrativo con Maradona - purtroppo morto - si snellisce. Lunedì la presidente della commissione toponomastica Laura Bismuto ha convocato una riunione con all'ordine del giorno Intitolazione stadio a Maradona. Vi parteciperanno il presidente della Commissione Sport Carmine Sgambati e l'assessora alla Toponomastica Alessandra Clemente: il primo passo, ma importantissimo. «Mai visto un sentimento popolare così forte - racconta l'assessore allo Sport Ciro Borriello - questa è la principale spinta per fare presto. L'iter prevede che dopo lunedì il sindaco convochi la commissione tecnica da lui presieduta su atto di indirizzo politico della giunta, che è stato fatto, quindi la richiesta al Prefetto della deroga. Perché in base alle legge per intitolare un monumento devono passare dieci anni dalla morte». Una legge che risale sempre all'epoca fascista. Prefetto che è già stato informato e allertato e dal Palazzo di Governo arrivano segnali distensivi, non ci saranno problemi per la deroga. Un ultimo ostacolo potrebbe essere la Curia, la Diocesi di Pozzuoli che già all'epoca della Iervolino si oppose al cambio di nome. «Oggi le cose sono cambiate - conclude Borriello - lo stadio è nostro e purtroppo Diego non c'è più. E poi c'è pure la preghiera del Papa Argentino per Maradona. Anche qui preverrà il sentimento popolare che è unanime». 

Piaccia o no, quando si parla di Diego o dell'impianto di Fuorigrotta le sensibilità politiche si acuiscono e vista l'imminente campagna elettorale per le comunali, si trovano su sponde opposte l'ex pm de Magistris che schiera la Clemente e il magistrato Catello Maresca in odore di candidatura in quota centrodestra. E Maresca sullo stadio fa sentire la sua voce e boccia de Magistris e la sua squadra: «Non basta intitolare lo stadio a Maradona. La struttura di Fuorigrotta che per me già si chiama stadio Diego Armando Maradona deve diventare un tempio dello sport di Napoli e ci deve essere il museo di Diego». Per Maresca «l'intero complesso sportivo di piazzale Tecchio con annesse strutture ricettive deve diventare il fiore all'occhiello dell'area occidentale» Per il magistrato «lo stadio non può più essere semplicemente un involucro di cemento armato senza anima dove si gioca una partita di calcio degli azzurri ogni tanto».

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Il Mattino