Marco Nonno, blitz alla Regione: «Sospensione congelata»

Marco Nonno, blitz alla Regione: «Sospensione congelata»
Solo sette presenti sui diciassette componenti della giunta per le Elezioni del consiglio regionale e come anticipato dal Mattino ieri è saltato il numero legale per...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Solo sette presenti sui diciassette componenti della giunta per le Elezioni del consiglio regionale e come anticipato dal Mattino ieri è saltato il numero legale per prendere atto della sospensione da consigliere di Marco Nonno di Fratelli d'Italia e l'ingresso della prima dei non eletti di Fdi, Carmela Rescigno. Per Nonno la sospensione è scattata dopo la tagliola della legge Severino, per lui una condanna a due anni in secondo grado per resistenza a pubblico ufficiale per i noti fatti delle proteste di Pianura contro la riapertura della discarica nel 2008. È dello scorso 3 febbraio la missiva inviata al consiglio regionale del prefetto di Napoli, Claudio Palomba, nella quale si chiede di prendere atto della sospensione di Nonno. A far mancare ieri il numero legale, oltre alle assenze dei gruppi di maggioranza, c'è stato anche il contributo degli stessi esponenti di Fratelli d'Italia, con Nunzio Carpentieri e Alfonso Piscitelli che non si sono presentati e la giunta è stata riconvocata al 22 febbraio. Un'assenza voluta viene spiegato da fonti qualificate del palazzo regionale da un diktat della leader di Fdi, Giorgia Meloni, che con un messaggio inviato ai suoi esponenti ha spiegato di voler consentire a Marco Nonno di attendere l'esito del suo ricorso presentato contro la sospensione. 

La vicenda rischia però di non essere solo confinata alle questioni interne del partito di Meloni. Secondo alcune interpretazioni dei regolamenti, la mancata surroga di Rescigno può avere un effetto paralizzante su tutti i lavori del consiglio regionale. Già questa mattina la seduta dell'assemblea rischia di saltare. Senza la ratifica del subentro di Rescigno al posto di Nonno il consiglio risulterebbe tecnicamente composto da 49 membri anziché i 50 previsti o, comunque, con un consigliere (Nonno) non legittimato a partecipare all'assemblea. Ogni delibera eventualmente approvata questa mattina rischierebbe quindi teoricamente di essere impugnata e di non risultare valida. Oggi, tra i tanti temi in discussione, è previsto anche un provvedimento cruciale come l'esame del rendiconto generale della Regione per l'esercizio 2020 che potrebbe così saltare. 

È una battaglia a colpi di carte bollate quella tra Nonno e Rescigno. Il primo ha presentato ieri un ricorso d'urgenza al tribunale di Napoli (ex art.700) richiedendo una tutela cautelare, la seconda ha invece scritto al presidente del consiglio regionale chiedendo di partecipare all'assemblea di questa mattina ritenendosi automaticamente già consigliera regionale dopo la determina del prefetto nei confronti di Nonno. Nel mezzo c'è Giorgia Meloni, la leader di Fdi ritiene che Nonno abbia diritto ad aspettare gli esiti del suo ricorso e poi, solo dopo, potrà subentrare Rescigno. La mossa degli esponenti di Fdi, Carpentieri e Piscitelli, di non partecipare ai lavori è stata quindi consequenziale. Un atteggiamento garantista condiviso in teoria e nei fatti anche da esponenti di altri partiti. Tra l'altro i consiglieri - sia quelli di maggioranza che di opposizione - ricordano i casi delle precedenti condanne e le relative tagliole della Legge Severino occorse a Pasquale Sommese e Nino Savastano, per i quali sono stati impiegati oltre due mesi prima di sostituirli. Ieri i presenti nella giunta erano solo il presidente Oliviero e Massimiliano Manfredi del Pd, Felice Di Maiolo del Misto, Valeria Ciarambino e Salvatore Aversano (M5s), Luigi Abbate (Campania Libera), Carmine Mocerino (De Luca Presidente). Se tutti i componenti dei gruppi di maggioranza avessero partecipato sarebbe dunque scattato automaticamente il subentro di Carmela Rescigno a consigliere, una scelta politica oltre che tecnica quella di far mancare il numero legale.
 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino