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Napoli si scopre improvvisamente una città senza mare. Senza mare balneabile, almeno. E subito monta la protesta tra i gestori degli stabilimenti balneari costretti, da un giorno all'altro, ad affrontare l'ennesimo problema, stavolta non più dovuto al virus che incombe anche tra i lettini, ma alle analisi allarmanti dell'Arpac: «È chiaro - dicono in coro da Posillipo a Marechiaro - che se il mare non torna pulito, la stagione è rovinata. Eppure avremmo avuto tanto bisogno di lavorare a pieno regime dopo una crisi che ci ha ridotto quasi al fallimento». Un'ordinanza sindacale diffusa ieri pomeriggio dispone il temporaneo divieto di balneazione da largo Nazario Sauro fino a Marechiaro. Niente immersioni davanti a Castel dell'Ovo, quindi. Niente Mappatella Beach, vietati i tuffi dallo scoglione. I lidi di Posillipo non hanno alcun obbligo di chiudere, ma ai clienti possono offrire soltanto i solarium o i lettini in spiaggia: nessuno, però, si avvicini al bagnasciuga. Che cosa è successo a quelle acque che il sindaco de Magistris ha sempre indicato come un vanto della città, tanto da farsi immortalare, qualche anno fa, mentre si tuffava proprio sul lungomare? Sono state invase dai liquami delle fogne, e soltanto perché nei giorni scorsi ci sono stati un paio di violenti acquazzoni.
Detta così sembrerebbe che a inquinare il litorale napoletano sia stata la pioggia. «Purtroppo quando non c'è manutenzione e controllo delle condotte cittadine le piogge improvvise e abbondanti rendono il mare subito sporco. La prevenzione è l'unico sistema possibile per evitare questi problemi», commenta il consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli. Intanto, però, i gestori dei lidi si avviano a un week end di scarsi affari, con il rischio, tra l'altro, che anche quando la balneazione sarà nuovamente autorizzata, possano restare diffidenza e timori che potrebbero compromettere l'intera stagione. Una ipotesi sciagurata che sta già creando molta tensione all'interno della categoria. Mario Morra, titolare del Bagno Elena, non teme tanto questa eventualità, ma si chiede perché si sia arrivati a venerdì per prendere una decisione così importante. «Indubbiamente quello del sindaco è un atto dovuto, visti i dati che gli sono stati comunicati.
In ogni caso c'è ancora la speranza che lo scenario possa cambiare in extremis. Nel frattempo restano due aree escluse dal divieto: la baia di Trentaremi e Nisida. Ma quelli non sono posti per tutti: a fare il bagno da quelle parti può andarci soltanto chi ha la barca.
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