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È grande gelo tra i partiti del centrodestra e il candidato sindaco Catello Maresca. Dopo il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha evitato Napoli appena dieci giorni fa, in seguito alla figuraccia dell'esclusione della lista di ispirazione leghista, Prima Napoli, dalle elezioni amministrative (a causa di errori nella documentazione), è toccato ieri ad un altro big del Carroccio, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, e al leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni tenersi alla larga da Maresca. Entrambi infatti erano ieri in città: Giorgetti per un evento all'Unione industriali e la Meloni per un incontro elettorale. Il solco tra il magistrato, la Lega e FdI, si fa dunque sempre più profondo. Tale scelta dei leader dei partiti a due settimane dal voto non è certo casuale. Maresca resta quindi stretto nella sua coalizione di impronta civica, ridimensionata dall'esclusione di quattro liste. In questo contesto solo Forza Italia sembra schierata pancia a terra a sostegno del pm.
Le distanze tra Maresca e i partiti della sua coalizione aumentano e le parole della Meloni lasciano poco spazio all'immaginazione: «Maresca tiene molto al suo profilo civico, cosa che io rispetto, ragione per cui noi non gli abbiamo chiesto di essere qui». Un colpo alla botte ed uno al cerchio. Ma il leader nazionale di Fdi, a piazza dei Martiri per incontrare i militanti del suo partito, lancia un messaggio chiaro, come a dire: lui è un civico, noi siamo un'altra cosa. Parole a cui Maresca preferisce non replicare. «Noi siamo qui per chiedere i voti per il partito - aggiunge la Meloni - ma rispettiamo la sua scelta di investire molto sul lato civico. Del resto siamo noi ad aver scelto candidati che potessero andare oltre il perimetro del centrodestra, dei partiti tradizionali».
Meloni ci tiene a tenere alto il morale dei suoi: «La nostra lista c'è, il centrodestra c'è. Purtroppo - evidenzia la presidente di Fdi - l'esclusione delle liste non è dipesa dagli alleati e a me dispiace che per dei vizi di forma si impedisca a persone che vorrebbero partecipare alla vita della propria città di esserci». Durante la passeggiata da via Chiaia a piazza del Plebiscito è stata consegnata alla Meloni una maglietta del Napoli numero 10 con su stampato Giorgia. Siparietto con un ambulante che in via Chiaia ha un banchetto di frutta e che le ha offerto una spremuta di melagrana. All'ambulante la leader di FdI ha detto «Ti devo pagare» e lui ha replicato: «Qui non ha pagato nemmeno Berlusconi, quindi non paghi nemmeno tu». La Meloni ha risposto simpaticamente: «Allora se non ha pagato Berlusconi è chiaro che neanche io ti pago». Infine l'immancabile tappa al Gambrinus per un caffè e una sfogliatella frolla. Al suo fianco il plenipotenziario del partito in città, appena nominato da Meloni, Sergio Rastrelli: «Ho chiesto a Sergio di prendere in carico il partito a Napoli per ricominciare, per andare oltre», dicendosi «rammaricata» di quanto accaduto tra Marco Nonno e Pietro Diodato, venuti alle mani la notte prima della consegna delle liste.
Se per vie ufficiali ci si sforza di rimarcare che il matrimonio tra Maresca e i partiti si avvia verso una luna di miele felice, dietro le quinte trapela uno scollamento nella coalizione di centrodestra. Senz'altro ha inciso sul rapporto tra il magistrato, Fdi e Lega la rottura sulle Municipalità, dove si è deciso di andare divisi, a differenza del Comune, a poche ore dalla presentazione delle liste. Caos che ha generato altro caos, fino ad arrivare all'esclusione di diverse liste di Fdi dalle Municipalità e addirittura alla debacle totale della Lega (al netto della lista nel parlamentino del Vomero-Arenella). Altro segnale chiaro è il fatto che ieri, dal ministro Giorgetti, si siano visti soltanto gli esponenti nazionale della Lega, i parlamentari Gianluca Cantalamessa e Pina Castiello. Nessuna traccia dei due coordinatori locali, Valentino Grant (regionale) e Severino Nappi (cittadino), al quale era affidato il compito di presentare le liste al Comune.
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