Ci sono i turni. Per chi fa sei ore, sono 7-13, oppure 8-14, oppure 13,30-19,30, o 16-22. Domeniche comprese. Allora, quando lei deve entrare alle 7, lui l'accompagna da...
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Benvenuti nel «nuovo proletariato». Quello che ha perso un bel po' di diritti, che sta tra precariato e bassi salari, che
non ha certezze e che un altro bel po' di diritti se li deve ri-conquistare. Dentro e intorno al call center c'è un po' tutto: le nuove forme di alienazione, di sottrazione di tempo, di stress, di malattie professionali. E di insicurezza. Perché il call center al tempo della globalizzazione vuol dire anche il ricatto della delocalizzazione: se posso risparmiare sui costi, delocalizzo. E tu perdi il posto. Massimo è anche rappresentante sindacale. Osserva: «Se sei alla catena di montaggio magari puoi spegnere il cervello. Se stai per otto ore con le cuffie nelle orecchie a parlare con i clienti, non puoi concederti soste psicologiche. Questo è un lavoro davvero usurante e non solo dal punto di vista fisico. Con gli anni diventa devastante dal punto di vista mentale. Le aziende richiedono il risultato e pretendono che le persone siano macchine». Tra i «risultati» c'è quello di almeno 12 telefonate all'ora. Per otto ore di lavoro fanno 96 telefonate. Settantadue per sei ore. L'azienda preme per «tenere i tempi bassi»: cioè più telefonate.
Un po' di conti. Busta paga di Maria: da mille a millecento euro al mese. Dipende dalle domeniche. Se ne fai una o due o tre. Busta paga di Massimo, che lavora per otto ore al giorno: tra milletrecento e millequattrocento. Due figli: Massimo junior, di 13 anni e Simone di 9 anni. «Ora abitiamo nella casa che era di mia suocera e ci riteniamo fortunati - spiega Maria - ma fino a due anni fa stavamo a Bagnoli in affitto e 350 euro al mese se ne andavano per la casa. Poi ci sono le altre spese fisse: tangenziale, benzina, auto, trasporti. Bollette di luce e gas. E tutto il resto. Mio figlio piccolo mangia alla mensa scolastica: da 30 a 35 euro al mese. Si riesce a campare dignitosamente, ma certo bisogna tirare al risparmio».
E se Almaviva davvero licenziasse? E se tutti e due perdessero il lavoro?
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Il Mattino