È stata impugnata in Cassazione dalla Procura della repubblica di Venezia la sentenza di primo grado che ha condannato a 20 anni con rito abbreviato Antonio Ascione, il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il ricorso alla Suprema Corte da parte del pm Raffaele Incardona, è motivato dal fatto che la sentenza con rito abbreviato, pronunciata il 4 ottobre 2018 dal giudice Massimo Vicinanza, preclude l'istanza alla Corte d'Appello nel secondo grado. Berardi ha appellato la sentenza presso la Corte d'Appello ma solo ai fini civili; in sede penale il ricorso è stato invece presentato dal difensore di Ascione, Giorgio Pietramala.
Nel ricorso in Cassazione, notificato alle parti il 9 aprile scorso, Incardona punta sull'aggravante dei futili motivi, non riconosciuta dal giudice, che ha determinato la riduzione di pena rispetto all'ergastolo richiesto. Quella di Ascione non sarebbe gelosia «cieca» e «ordinaria», come ritenuto dal giudice, ma «punitiva». In particolare, l'uxoricida viene definito «un soggetto che ha considerato la vittima un oggetto di sua proprietà e che si è perciò sentito in diritto di controllarne ossessivamente la vita e di punirla, uccidendola, per la sua insubordinazione». Di qui la richiesta alla Cassazione di annullare la sentenza nel punto in cui nega la circostanza aggravante. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino