Mascherine a 50 centesimi introvabili a Napoli: i rifornimenti sono fermi

Mascherine a 50 centesimi introvabili a Napoli: i rifornimenti sono fermi
Sono finite le scorte, anzi no: si infittisce il caos intorno alle mascherine chirurgiche calmierate dalla Protezione Civile. Quelle a 50 centesimi sono «introvabili»...

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Sono finite le scorte, anzi no: si infittisce il caos intorno alle mascherine chirurgiche calmierate dalla Protezione Civile. Quelle a 50 centesimi sono «introvabili» in molte farmacie, come si legge all'esterno dei negozi. In altre no. «Le difficoltà di approvvigionamento a prezzo di calmiere sono sopravvenute tre giorni fa - ribadisce Federfarma Napoli - dopo l'annuncio del calmiere imposto in Francia a 91 centesimi». Chi le sta vendendo, attualmente, lo sta facendo dunque sottoprezzo: «Da lunedì ho venduto 5mila chirurgiche a 50 centesimi, perdendo 60 centesimi su ogni pezzo - dice Paolo Cotroneo, farmacista di Fuorigrotta - Temo che la pessima gestione istituzionale della vicenda calmiere cancellerà a breve le chirurgiche dal mercato italiano». I commercianti - supermercati, parafarmacie e farmacie - che, pur non avendo terminato del tutto le scorte, hanno smesso di vendere quelle chirurgiche, in sostanza, stanno evitando di rimetterci denaro di tasca propria.

 
Per capire come si sia arrivati a questo caos totale, bisogna fare due passi indietro. Il primo al 23 aprile, giorno in cui Federfarma Napoli aveva istituito un calmiere di 1,30 euro per le oltre 100mila chirurgiche pagate «un euro circa al fornitore». Il 27 - ed è il secondo passo indietro - il commissario Arcuri e il premier avevano lanciato su scala nazionale il calmiere per le chirurgiche a «50 centesimi», indicando 5 aziende d'eccellenza per la fornitura a un prezzo di «38 centesimi al fornitore».

Era scattata a quel punto una mini-serrata delle chirurgiche nelle farmacie napoletane, rientrata in poche ore e dopo «la rassicurazione di Arcuri - ricorda Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Napoli, che oggi lancia un vademecum sullo smaltimento delle mascherine - di un ristoro per le mascherine già acquistate a un costo più alto del calmiere. Ma non arriverà, visti i problemi sulle certificazioni da fornire retroattivamente. La fibrillazione aumenta tra i clienti, terminerò le scorte sabato. Ho perso 400 euro in 14 giorni».

Nessuna delle aziende italiane indicate da Arcuri si è dichiarata disponibile alla fornitura. Ecco le risposte documentate dei produttori a Federfarma Napoli, la prima dalla Medberg, che scrive: «La nostra produzione su tre turni è tutta prenotata per le prossime 18 settimane da contratti con il governo attraverso il commissario straordinario per l'emergenza e dalle Regioni che ci chiedono di non far mancare mascherine al sistema ospedaliero. Saremmo molto interessati ed onorati di attivare un nuovo contratto di fornitura ma facendolo metteremmo a rischio le forniture sopra descritte, cosa che non possiamo né vogliamo fare». La seconda mail dalla Marobe, che si è detta «impegnata con la piena capacità produttiva per far fronte all'accordo con la Protezione Civile».
 

Lo scenario delle chirurgiche è diviso su tre fronti: alcuni esercizi hanno finito le scorte, altri preferiscono non vendere in perdita e altri ancora ci stanno rimettendo. Tra questi ultimi c'è Cotroneo: «Ne ho ancora - racconta - di quelle che ho pagato un euro più Iva al fornitore a metà aprile. Le sto vendendo a prezzo di calmiere: ho perso 3mila euro in 3 giorni. Me ne sono rimaste 6mila. Il rimborso dello Stato è ipotetico, e riguarda le mascherine acquistate fino al 3 maggio. Gli importatori hanno cancellato il mercato italiano: in Europa le rivendono a un euro». A parte tentativi di speculazione di cittadini che «cercano di acquistare mascherine in negozio a 50 centesimi per rivenderle a un euro», e le chirurgiche a «un euro» in alcune edicole, sbarcano sul mercato i dpi anti-virus dei supereroi: «Potremmo venderli - spiega Enzo Perrotta, tabaccaio - ma finora ci hanno offerto solo mascherine di alto costo e scarsa qualità». «L'interlocuzione tra Fit e Protezione Civile c'è stata - dice Francesco Marigliano, presidente della Federazione Italiana Tabaccai di Napoli - ma la definizione dell'accordo e delle modalità di approvvigionamento delle mascherine avverrà nei prossimi giorni». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino