Mattarella: «Terra dei fuochi emblema del degrado d'Italia»

Mattarella: «Terra dei fuochi emblema del degrado d'Italia»
Quanto accaduto in Campania, nella cosiddetta Terra dei Fuochi è «l'emblema del degrado», la rappresentazione di una «drammatica situazione di uno sfruttamento cinico e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Quanto accaduto in Campania, nella cosiddetta Terra dei Fuochi è «l'emblema del degrado», la rappresentazione di una «drammatica situazione di uno sfruttamento cinico e senza futuro». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella in discorso dedicato all'Expo 2015.




«La bellezza della natura - ha detto nel suo discorso il Presidente della Repubblica - il lavoro plurisecolare dell'uomo hanno fatto del paesaggio agricolo del nostro Paese qualcosa di inimitabile, con esempi di alto equilibrio tra coltivazione del suolo e salvaguardia ambientale. Di contro, si presenta la drammatica situazione di uno sfruttamento cinico, e senza futuro, di aree importanti. Penso, anzitutto, alla Terra dei Fuochi, emblema del degrado».



Mattarella ha parlato, tra l'altro, del «grande ammaestramento che viene dal paesaggio agricolo italiano».



Ovviamente, gran parte del discorso è stata focalizzata sull'imminente evento. «Expo può essere paragonato ad un grande convoglio che fa irruzione sulla scena nazionale, e mondiale, per disseminare intorno a sé messaggi e contenuti che vogliamo positivi».



Questi messaggi, per il capo dello Stato, sono: «L'industriosità italiana. L'innovazione e la capacità di competere. La coesione del sistema istituzionale, politico e imprenditoriale. L'espressione compiuta di energie presenti nella nostra società e in grado di coordinarsi intorno ad un progetto multidisciplinare. La capacità della Pubblica amministrazione di operare, con tenacia e trasparenza, contro i tentativi di inquinamento e corruttela. La conferma che non servono generiche esortazioni, quanto, piuttosto, la mobilitazione ostinata e perseverante delle risorse della società italiana. L'ascolto delle ragioni degli attori presenti sulla scena internazionale su materie tanto sensibili come il cibo e l'alimentazione. L'attenzione alle ragioni di tutti gli stakeholders interessati: dalle popolazioni indigene delle zone umide, a quelle colpite dalla siccità nel Sahel; dal ruolo dei movimenti contadini dei senza terra, alle innovazioni di cui sono portatrici le grandi multinazionali, alle attività dei centri di ricerca. Il diritto al cibo collegato all'utilizzo di risorse rinnovabili e sostenibili. L'incontro rispettoso tra livelli di sviluppo diversi delle comunità e nei rapporti di scambio tra produttori e consumatori».



Tornando a parlare dell'Esposizione Universale di Milano, che si aprirà il primo maggio, Mattarella ha osservato tra l'altro: «L'ambizione alla quale è legittimo aspirare è quella che la somma di condizioni, e le esperienze, che si accumuleranno con l'Expo, possano rappresentare un modello a livello internazionale di buone pratiche». Il presidente ha quindi auspicato che all'indomani della chiusura dell'Expo l'Italia sia capace di non disperdere il patrimonio accumulato in termini di utilizzo delle aree espositive, delle infrastrutture e dei saperi e delle professionalità maturate. Insomma, ha ricordato il Capo dello Stato, Expo rappresenta «un'esperienza feconda che dissemina in tutto il tessuto effetti benefici, destinati a riprodursi nel tempo. Per questo la sfida è importante». «Se il risultato, come tutto sembra indicare, sarà positivo, ad avvantaggiarsene sarà il capitale sociale del Paese, bene collettivo, che ne uscirà arricchito -ha terminato Mattarella- non soltanto nella dimensione infrastrutturale ma in quella, ancor più rilevante, nella creazione dei saperi».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino