Maxi rogo a San Vitaliano, s'indaga sui veleni: i suoli nel mirino

Maxi rogo a San Vitaliano, s'indaga sui veleni: i suoli nel mirino
SAN VITALIANO «Diteci la verità che meritiamo. Vogliamo sapere cosa stiamo respirando»: in tanti, davanti ai cancelli presidiati dai carabinieri, hanno sfidato...

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SAN VITALIANO «Diteci la verità che meritiamo. Vogliamo sapere cosa stiamo respirando»: in tanti, davanti ai cancelli presidiati dai carabinieri, hanno sfidato l'aria avvelenata dal rogo di domenica per chiedere ragione di una condizione che mette a dura prova la salute di decine di migliaia di persone. Ma il mistero, sulle cause e sull'esatta natura dei rifiuti bruciati nell'incendio divampato nella piattaforma ecologica della società Ambiente spa, resta fitto. Il monitoraggio dell'aria effettuato dall'Arpac non desta al momento particolari preoccupazioni ma le analisi sulla ricaduta al suolo di diossine ed altri agenti inquinanti dovrebbero essere effettuate oggi. E resta il giallo sulle cause del rogo. Dolo, negligenza, mancato rispetto delle norme di sicurezza, autocombustione: cosa sia successo all'interno di Ambiente Spa, la piattaforma ecologica che è considerata tra le più moderne d'Europa, è ancora solo una lista di ipotesi.


La voglia di sapere è tanta. Le domande del giorno dopo allungano una lista scritta sì dagli inquirenti ma anche dai cittadini, già provati per i ripetuti allarmi che in Terra dei fuochi non lasciano dormire sonni tranquilli alla comunità di un circondario che arriva a contare anche 100mila persone. Si attendono sviluppi. Sulla natura dei rifiuti bruciati e sul motivo che li ha mandati in fumo. Ad accertarlo sarà la Procura di Nola con le indagini affidate ai carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna, coordinati dal capitano Tommaso Angelone, e alle competenze specifiche del Nucleo operativo ecologico dell'Arma di Napoli i cui uomini sono arrivati nel sito di via Ponte delle Tavole già nel primo pomeriggio di domenica su invito del ministro dell'Ambiente Sergio Costa. Al momento però la priorità resta la messa in sicurezza dell'area devastata dalle fiamme e soprattutto la tutela del territorio i cui cittadini sono fortemente preoccupati per le conseguenze sulla salute in una zona dove l'inquinamento non è un fenomeno sconosciuto. Proprio il Comune di San Vitaliano rappresenta, infatti, un focolaio di polveri sottili con picchi che in passato hanno superato persino gli altissimi livelli toccati da metropoli come Pechino. Dopo l'incendio divampato domenica pomeriggio e la mostruosa nuvola nera che ha avvolto in una cappa numerosi comuni del napoletano la situazione ieri è sembrata migliorata. I vigili del fuoco che in 50 hanno lavorato giorno e notte per avere ragione delle fiamme hanno domato l'incendio ma non hanno ancora abbandonato il sito. I rifiuti imballati, portati via in fretta e furia dal piazzale dello stabilimento, potrebbero covare ancora pericolosi focolai. Fiammelle pronte a divampare di nuovo con la complicità del caldo e del vento di queste ore. Carta, cartone, plastica, ingombranti, farmaci scaduti. Ecco il supermercato della raccolta differenziata che giunge a San Vitaliano dove c'è il quartier generale della famiglia Bruscino.

 


L'Arpac nel pomeriggio di ieri ha diramato un bollettino facendo sapere che dalla centralina fissa installata all'interno della scuola Marconi di San Vitaliano non si rilevano sforamenti delle polveri sottili, ma da ieri pomeriggio è operativo un secondo dispositivo mobile di monitoraggio spostato da Sparanise è posizionata lungo la strada Statale 7bis, nelle vicinanze dell'azienda andata a fuoco. Stefano Sorvino, commissario dell'Agenzia regionale di protezione ambientale ieri mattina si è recato nell'impianto insieme con il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola: «Stiamo effettuando un monitoraggio costante della situazione. Nelle prossime ore l'attività di misurazione riguarderà anche la ricaduta sui suoli». Il primo cittadino di San Vitaliano, Pasquale Raimo, resta in attesa di queste risposte: «Tra poche ore avremo dati più attendibili da parte dell'Arpac, anche sulla ricaduta di diossina sui campi circostanti». A chiedere certezze anche le associazioni parrocchiali di Azione Cattolica di San Vitaliano, Marigliano e Scisciano, con la presidenza diocesana dell'Azione cattolica di Nola, d il sostegno del vescovo di Nola, Francesco Marino: «Le istituzioni competenti, gli organismi politici e amministrativi nazionali, regionali, metropolitani e comunali, la magistratura, le forze dell'ordine e di soccorso e le autorità sanitarie, informino i cittadini e i sindaci si costituiscano parte civile contro i responsabili».
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Il Mattino