Nell'Asl Napoli 2 Nord saranno pagati di più i medici che lavorano di più, fanno cose più difficili, producono di più e sono nei reparti di...
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Il contratto collettivo nazionale della dirigenza medico-veterinaria, infatti, prevede che una quota della retribuzione accessoria possa essere modulata tenendo conto della strategicità del ruolo svolto. In base a questo principio l'Asl Napoli 2 Nord ha scelto di premiare i medici che lavorano in ambiti che si caratterizzano per la complessità tecnica ed organizzativa, la produttività, la maggiore intensità di cure e che, lavorando in «prima linea», sono maggiormente oggetto di aggressioni; si tratta della prima esperienza di questo tipo in Campania.
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Dice Antonio d'Amore, Direttore Generale dell'Asl Napoli 2 Nord «Il Contratto Collettivo Nazionale sia per i dirigenti che per infermieri e sindacati permette di differenziare la retribuzione accessoria, in ragione dell'orientamento strategico dell'Azienda. Sappiamo bene che il pericolo di aggressioni e lo stress correlato ad alcuni lavori è particolarmente elevato in reparti ad elevata criticità. Per questa ragione abbiamo realizzato un percorso insieme ai sindacati - che ringrazio per la fattiva collaborazione - per indicare tra i criteri premianti: il lavorare in aree deputate all'emergenza quali Pronto Soccorso e 118. Ad oggi abbiamo chiuso l'accordo coi sindacati della Dirigenza Medico-Veterinaria mentre stiamo discutendo criteri simili coi rappresentanti sindacali dei lavoratori non dirigenti. Grazie a questo nuovo modello, lavorare al 118 o al Pronto Soccorso diventerà un criterio economicamente premiante».
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Tale iniziativa - è scritto in un comunicato - «si aggiunge alle tante azioni che l'ASL Napoli 2 Nord» ha messo in campo per supportare gli operatori che sono in «prima linea». Negli ultimi tre anni, infatti, l'ASL Napoli 2 Nord ha avviato un lavoro articolato per ridurre le violenze sugli operatori: tutte le strutture di Pronto Soccorso sono state dotate di telecamere a circuito chiuso, sono stati realizzati speciali corsi di formazione, è stata introdotta la figura dello psicologo in Pronto Soccorso, è stata realizzata una campagna di informazione circa il ruolo degli operatori in sanità. Grazie a queste iniziative nel 2019 si è assistito ad un decremento del 70% delle aggressioni fisiche sugli operatori rispetto all'anno precedente: nel 2018 erano state oltre 100, nel 2019 sono state complessivamente 32. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino