Le carenze dei medici in organico costano più di quaranta milioni all'anno. A tanto ammonta la spesa in Campania per pagare il lavoro «extra» negli ospedali, negli...
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Ma già questi importi, e la ripartizione degli incarichi nel dettaglio (grafico in alto), sono un indicatore delle difficoltà per assicurare i servizi che si registrano nelle strutture sanitarie, dal 25 novembre, chiamate ad applicare le norme europee sui turni light. Le nuove regole impongono, infatti, di lavorare in corsia massimo 48 ore a settimana e riposarne 11, tra un turno e l'altro. Per le violazioni, sono previste sanzioni amministrative da 25 a 10mila euro e in casi particolari l'arresto, da due a quattro mesi. Rinunciare a queste prestazioni in regime di autoconvenzionamento significa, quindi, dover tagliare le attività, accorpare i reparti, sbarrare gli ambulatori, ridurre le ambulanze del 118 e rinviare interventi chirurgici. «Il caos di questi giorni è il risultato di tanti appelli inascoltati», interviene Flora Beneduce, medico e consigliere regionale che, in qualità di componente della commissione sanità, solleva il caso: «Ho chiesto da tempo di stabilizzare i precari e sbloccare i concorsi, ho denunciato più volte il vulnus dovuto all'assenza del commissario ad acta (di nomina governativa).
Facile prevedere quello che sarebbe accaduto: non la profezia di una Cassandra, ma una traiettoria impressa e imposta da cinque mesi di inattività», accusa. «L'intersindacale ha diffidato il governo ad aggirare il problema con soluzioni-tampone e ha sollecitato un piano di assunzioni finalizzato a garantire almeno gli attuali livelli di assistenza», dice Vittorio Russo, presidente dell'Anpo (la sigla dei primari). Da dicembre rischiano di saltare 6000 interventi chirurgici, in tutta la regione, secondo una stima del sindacato Aaroi che con il suo presidente regionale Giuseppe Galano avvisa: «Potrebbe addirittura chiudere l'ospedale di Sapri, dove sono in servizio soltanto quattro anestesisti. E un'ambulanza si è già dovuta fermare alla Asl di Napoli».
Vittoriano L'Abbate, a nome dei colleghi, aggiunge: «Ogni presidio in città si sta adeguando come può per garantire almeno l'emergenza, ma ci sono reparti in cui è impossibile coprire tutte le guardie mediche. Agli Incurabili e al Loreto Mare, ad esempio: non bastano i neonatologi per l'assistenza al parto. All'Annunziata sono chiamati a coprire i turni di guardia anche i primari».
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Il Mattino