Mensa scolastica, mamme in presidio nel Napoletano

Mensa scolastica, mamme in presidio nel Napoletano
Stanche delle voci che continuano a riguardare il servizio di refezione scolastica, le mamme degli alunni delle materne e delle primarie che hanno scelto per i loro figli le 40...

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Stanche delle voci che continuano a riguardare il servizio di refezione scolastica, le mamme degli alunni delle materne e delle primarie che hanno scelto per i loro figli le 40 ore settimanali si sono date appuntamento a palazzo La Salle. Un'iniziativa spontanea, nata sui social e che ieri ha portato all'esterno della sede dove si trovano gli uffici della pubblica istruzione una cinquantina di donne, madri dei ragazzi che oggi devono portarsi da casa il pasto o servirsi di convenzioni esterne per seguire le lezioni in orario pomeridiano o peggio ancora devono rinunciare al programma didattico completo. Una situazione che, stando a quanto si è appreso, rischia di proseguire fino alle festività natalizie.


 

LA QUERELLE
Tutto parte dal ricorso vinto al Tar dalla Sirio, la ditta che gestiva il servizio di refezione fino al 2017-2018, prima cioè che l'appalto (della durata di sei anni) venisse aggiudicato alla Sagifi, colosso napoletano della somministrazione di pasti caldi. Un'aggiudicazione che i magistrati del Tar hanno giudicato non conforme a quanto previsto dal bando, considerando la graduatoria stilata dai tecnici comunali non regolare. Una scelta impugnata dalla Sagifi al Consiglio di Stato, la cui decisione è fissata per il 12 dicembre. Nel frattempo però dal Comune si è deciso di riconvocare la commissione giudicante per riesaminare le domande giunte all'epoca dell'apertura del bando. Risultato, la nuova graduatoria ha visto sempre la Sagifi aggiudicarsi la gara. Tutto risolto? Niente affatto. Dall'ente c'è chi propende per attendere comunque l'esito del ricorso al Consiglio di Stato, che potrebbe riportare la situazione allo scorso anno e dunque al primo affidamento alla Sagifi. In questa situazione di caos e con l'esperienza vissuta lo scorso anno - il servizio partì a marzo, con i programmi didattici già ampiamente avviati - i genitori non si sono voluti fare trovare impreparati e hanno promosso la manifestazione spontanea e non autorizzata, tanto che a palazzo La Salle sono arrivati prima i carabinieri e poi la polizia a chiedere spiegazioni. Spiegazioni che hanno invocato anche le mamme, ma senza ottenere nulla di concreto: «Ci hanno detto - spiega una delle più attive - che il dirigente alla pubblica istruzione non era in sede e il sindaco Giovanni Palomba era impegnato a palazzo Baronale. Un dipendente ci ha assicurato che farà da tramite per fissare un incontro con una nostra delegazione».
GLI ISTITUTI

Nel frattempo le scuole, forti anche in questo caso dell'esperienza pregressa, in molti casi hanno scelto di organizzarsi autonomamente. È il caso del comprensivo De Nicola-Sasso, che già da alcune settimane ha chiesto a un esercizio privato di fornire i pasti caldi agli alunni. Da ieri invece ha optato per la dieta del panino la dirigente della Giovanni Paolo II. «Ma alla Nazario Sauro - sostiene un'altra mamma - la dirigente ha deciso di aspettare la decisione del Comune. E mia figlia sta uscendo prima dalla materna perdendo importanti ore di lezione». Sul caso interviene il delegato Cgil Luca Chiusel: «Un vergognoso rimbalzo di responsabilità tra organo politico e dirigenziale del Comune, tutto a discapito degli alunni. A pagare le conseguenze sono anche i tanti lavoratori impegnati nella refezione, che rischiano di rimanere senza stipendio per mesi».
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Il Mattino