Migranti, matrimoni finti per non lasciare l'Italia: truffa da 200mila euro, arrestata anche la fidanzata di un calciatore

Migranti, matrimoni finti per non lasciare l'Italia: truffa da 200mila euro, arrestata anche la fidanzata di un calciatore
«Nella buona e nella cattiva sorte» era più una minaccia che un augurio per Francesca Riccardi, barista in un caffè di Ponticelli. Si è sposata...

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«Nella buona e nella cattiva sorte» era più una minaccia che un augurio per Francesca Riccardi, barista in un caffè di Ponticelli. Si è sposata cinque volte con cinque uomini diversi, in tre avevano lo stesso nome, Mohamed, ma cognomi diversi. Gli altri si chiamavano Yassine e Hicham. Tutti venivano dal Marocco. Se fosse stato vero, Francesca si sarebbe ritrovata con cinque mariti. Ma lei aveva scelto la «buona sorte»: il compenso per aver prestato i suoi dati anagrafici e il suo tempo in virtù di una pantomima: un finto matrimonio in Comune. La sorella Jessica era una testimone e all'occorrenza anche sposa. La «cattiva» toccava, invece, al cittadino straniero (in questo caso cinque) che per ottenere il permesso di soggiorno doveva pagare fino a 6mila 500 euro. 

Il giorno dopo il matrimonio, però, il «marito» straniero andava al commissariato di polizia di Castel Volturno con il suo certificato di matrimonio e chiedeva il permesso. Gli agenti si erano, però, accorti della falsità dei documenti. Le richieste erano state avanzate con kit postale presentato nella maggior parte dei casi nell'ufficio postale di Cercola, i prestampati compilati tutti dalla stessa mano e le residenze ricadevano tutte a Mondragone: troppo strano. Ieri, la scoperta della truffa: 18 le misure cautelari emessa a firma del giudice Giovanni De Angelis per un giro di affari pari a 200mila euro. Ben 66 le persone indagate, tutte di Napoli, Mondragone, Volla, Aversa, San Marcellino, Santa Anastasia, San Giorgio a Cremano e della provincia di Bergamo, ma anche stranieri dal Marocco, di Cuba e di altri Paesi: cinque gli indagati finiti in carcere, 11 agli arresti domiciliari e due con obblighi di dimora. L'operazione dei carabinieri della compagnia di Caserta ha aperto un varco. Gli arrestati sono cinque di nazionalità marocchina e 13 italiani di cui 12 donne. Il mito di Imeneo dell'antica Grecia veniva interpretato, in questa assurda storia di nozze, da «zia Maria», la 61enne Matilde Macciocchi, la «maga dei promessi sposi» in carcere da ieri per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina su richiesta della Dda di Napoli. Era lei che «combinava» le unioni. In cella anche la factotum Antonietta Noletto e i collaboratori Gennaro Di Dato, Nabil El Hazmi e Hisham Metrache. «Se vieni adesso tengono pronta la ragazza, non ti preoccupare ci mettiamo d'accordo. Mi conoscono tutti da Milano a Napoli». 

È così che «zia Maria» risponde nel settembre del 2019 ad un immigrato marocchino che la contatta. «Un mio amico vuole matrimonio capito?» dice lo straniero. È ancora lei che «istruisce» uno uomo che ha appena avuto un bimbo garantendogli che ora avrà «subito il permesso. Sei papà di un bimbo italiano nato in Italia, hai capito? Facciamo bordello questa volta». L'immigrato, che vive in Lombardia, ricorda poi a Zia Maria di un ragazza da far sposare al cugino. «Dammi una ragazza qui a Milano e il resto ci penso io», quindi chiude: ma se non ha fatto nulla io ho qui un amico a Milano che fa tutto lui». Le spose erano, spesso, under 30. «A sua mamma ho dovuto spiegare per averla», dice in un'altra intercettazione la «maga». Fredde calcolatrici erano anche le collaboratrici: agli arresti domiciliari è finita Anna Varlese di 25 anni, già fermata nel giugno del 2021 con l'allora fidanzato, il calciatore napoletano Marco Liccardi, 26 anni. Volto noto alle forze dell'ordine, quello di Anna: fu fermata nel giugno del 2021 con il calciatore nell'aeroporto di Zurigo con 20 chili di eroina nascosti nei bagagli del valore di due milioni; presumibilmente la droga, acquistata in Sud Africa, era diretta ad Amsterdam. Arresti domiciliari anche per Luisa Maiello, Angelica Loffredo, Martina Rea Pia, Errica Russo e Antonella Nardelli. Rosa Pace e Maria Mugnano hanno, invece, l'obbligo di firma. Tutti, ora, condividono la mala sorte. 

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Il Mattino